La Psicologia Analitica, o Psicologia del Profondo, è una teoria psicologica – e metodo terapeutico – che fa capo a Carl Gustav Jung, Psichiatra e Psicoanalista svizzero, membro della Società Psicoanalitica di Vienna presieduta da Sigmund Freud, con cui collaborò per lunghi anni, fino alla frattura su importanti questioni teoriche.
Il metodo indagine di Jung si basa su concetti comuni a quelli di Freud, ma sviluppati in modo diverso. Ad esempio la Libido, legata per Freud alla pulsione sessuale, per Jung è energia psichica che attiva ogni manifestazione umana, anche culturale. L'Inconscio non è determinato da esperienze passate, ma è qualcosa di attivo e “creativo” che contiene in sé un progetto per il futuro, e il Simbolo non è un contenuto rimosso, ma un elemento che può promuovere lo sviluppo e la trasformazione. Inoltre Jung introduce nelle sue teorie alcuni aspetti desunti dal suo studio delle filosofie orientali.
Nell'impostazione junghiana anche il concetto di disturbo mentale acquista una dimensione particolare: incarna il simbolo di una trasformazione da effettuare.
Non considerando il disturbo come “malattia”, Jung ritiene che non ci sia bisogno di una “cura”, così sostituisce il concetto di guarigione con quello di Individuazione, per lui fine ultimo dell'esistenza umana e della Psicoterapia.
Ma vediamo in cosa consiste il Processo di Individuazione, così importante nella Psicologia Analitica.
Jung – accanto all'inconscio individuale – ipotizza la presenza di un inconscio collettivo, un'eredità culturale, mitica e religiosa, fatta di immagini primordiali collettive e immutabili – gli Archetipi – che condizionano i modi di vivere e fare esperienza dell'uomo.
Per realizzare la sua autonomia rispetto a questi modelli collettivi, l'uomo deve affrontare un percorso spesso doloroso, un confronto con se stesso che coinvolge tutti gli opposti presenti in lui: l'aspetto di sé che mostra nel rispetto delle convenzioni sociali (“Persona”), la parte che tiene nascosta, i suoi impulsi repressi in quanto inaccettabili o incompatibili con la parte conscia (“Ombra”).
L'uomo deve riconoscere gli atteggiamenti psicologici dominanti in lui, i modelli collettivi ereditati che impediscono il suo adattamento e la sua realizzazione individuale.
In sintesi il Processo di Individuazione può essere inteso come lo sviluppo della personalità individuale.
Il compito del Terapeuta Junghiano è accompagnare il paziente in questo percorso, per identificare il senso del suo malessere.
Il Terapeuta si mette in gioco in prima persona – con empatia – per aiutare il paziente a trovare l'energia per individuarsi, e cioè confrontarsi con se stesso, rinnovare la sua vita e realizzare la propria autenticità. Potrà recuperare così ciò che aveva lasciato per strada per aderire alle esigenze collettive e non alle proprie.
Naturalmente la Psicologia Analitica Junghiana è più complessa e ricca di ulteriori e importanti concetti, che tuttora si stanno arricchendo di nuovi contributi.