Intervista pubblicata il 30 Maggio 2012.
L'intervista "Intervista alla Dottoressa Brambilla: Crisi, Tradimento, Fecondazione Assistita" tratta di: Relazioni, Amore e Vita di Coppia, Infertilità e Fecondazione Assistita.
La Redazione di Psicocitta ha incontrato la Dottoressa Daniela Brambilla, Psicologa con formazione Psicoanalitica da anni impegnata sulle problematiche di coppia.
1 Rispetto al recente passato, le persone oggi pretendono di più e di meglio, ma le coppie sembrano disgregarsi di fronte alle prime difficoltà, sembrano scoppiare più facilmente.
È possibile fare in modo che le fragilità e le carenze che ciascuno porta nel rapporto possano diventare "risorse"?
"Vita Liquida", "Società liquida" sono espressioni create dal sociologo Zigmunt Bauman per descrivere le caratteristiche del mondo in cui viviamo. La vita liquida è una vita nella quale sembra non ci siano punti fermi, tutto cambia velocemente e di conseguenza si è spinti a "consumare".
La scelta amorosa avviene perché nell'altro si riconosce e si ama ciò di cui si è carenti; si crea così una coppia perché si è complementari.
Ad esempio un carattere estroverso potrebbe scegliere un carattere introverso per sentirsi completo. Ma nella quotidianità ci si scontra inevitabilmente con le differenze dell’altro.
All'improvviso ciò che ci aveva coinvolto diventa proprio il tratto del carattere che crea la conflittualità, ciò che l'altro possedeva e che ci completava diventa il motivo del nostro malessere/rifiuto.
Se nella "Vita liquida" tutto è incerto e provvisorio, anche l'amore è liquido, e al momento del conflitto cambiare partner appare la scelta più semplice. Ma cambiando partner perdiamo anche una parte di noi proiettata nell'altro, una parte che prima ci piaceva ma ora non ci piace più.
Il cambiamento del partner non è altro che un ulteriore aspetto del consumismo che caratterizza questa società liquida.
La consulenza di coppia permette di guardare all'interno di se stessi, di riconoscere le proprie fragilità/carenze, di fermarsi a osservare il conflitto e di ritrovare all'interno dello stesso quella complementarietà iniziale. L'elaborazione di questa consapevolezza potrà far riprendere la comunicazione all'interno della coppia e portare al superamento della crisi.
2 Molte coppie arrivano nel Suo studio a causa di un tradimento.
Il fatto che cerchino supporto psicologico è il segno della volontà di superare la crisi?
Sì, molte coppie cercano il mio aiuto perché un partner della coppia ha tradito. Nell'amore si ritrova una sicurezza dimenticata, la sicurezza di quando si era bambini e a tutto pensavano gli altri per noi.
Quando si viene traditi ci si sente come perduti, abbandonati e si precipita in un vuoto senza senso.
Tradirsi è un evento sconvolgente, minaccia la fiducia reciproca, è un venir meno del "noi". Le coppie arrivano da me sicuramente spinte dalla volontà di colmare questo malessere. Il tradimento mette il tradito di fronte al fatto che l'altro è una persona che si presumeva di conoscere, ma che invece con il tradimento manifesta tutta la sua inconoscibilità.
Il tradimento ci pone di fronte alla presa di coscienza dell'individualità di ognuno di noi e della precarietà della condizione umana.
Se nella coppia c'è stato un tradimento vuol dire che c'è la necessità di rivedere le due individualità all'interno di quella coppia.
La coppia, durante la terapia, viene ricondotta ad essere un "noi" che si sforza di dare un senso a ciò che è accaduto. Spesso è molto più facile non perdonare e cambiare partner perdendo così dei punti fermi. Rinunciando a dei punti fermi si può provare meno dolore ma risulta più difficile crescere.
3 Il "tradito" è sempre la vittima nella coppia?
No, non proprio.
Il tradito spesso è stato il primo in qualche modo ad allontanarsi e a far sì che la complicità all'interno della coppia venisse meno.
Il traditore è spesso colui che avverte la pulsione al cambiamento.
Nella realtà "cambia" nella maniera più adatta alla società liquida, cioè "consumando" un nuovo rapporto. L'infedele sente la pulsione a cambiare ma sbaglia a indirizzare il suo sguardo, guarda fuori e non dentro di sé e quindi non dentro alla propria coppia, che in fondo non è altro che un ampliamento di sé.
4 Ha riscontrato delle differenze fra le problematiche che le persone o le coppie portano nel suo studio di Genova, rispetto a quelle che vivono i suoi pazienti in una metropoli di oltre un milione di abitanti come Milano?
Le problematiche di coppia sono simili, l'approccio alla cura invece è diverso. La cura di sé, della coppia e del rapporto è sentita in entrambe le città, ma a Milano la sensibilità è più alta proprio perché la metropoli crea stress e quindi la coppia è spinta a porvi rimedio.
5 Il Suo intervento terapeutico è stato mai richiesto all'interno di una relazione in cui invece il tradimento non era "necessario"? O meglio da una coppia aperta o da persone consapevolmente impegnate in una stabile relazione a tre?
No, non mi è stato mai richiesto un tale intervento terapeutico, probabilmente questo è dovuto al fatto che la relazione a tre è già un aggiustamento della coppia. Essa richiede una complicità che in qualche modo unisce la coppia, la rinforza.
Se queste relazioni si rompono è perché la gelosia irrompe all'improvviso nel rapporto, ma qui siamo già in un'altra fase della storia, siamo nella fase del tradimento. In realtà anche se non mi è stato mai richiesto un intervento terapeutico alcuni giornali mi hanno chiesto di parlare del problema perché sembra essere molto diffuso.
6 Le coppie che intraprendono la strada della fecondazione assistita devono affrontare problemi pratici, scontrarsi con le limitazioni che la Legge italiana impone, in un percorso a volte lungo e doloroso, in cui non è sempre facile trovare la comprensione del partner rispetto al proprio vissuto. Quali sono i suoi consigli per la coppia?
Intanto è necessario dire che non sempre la fecondazione assistita è necessaria, a volte l'infertilità ha un carattere esclusivamente psicologico, che si può risolvere riflettendo sulle insicurezze legate a un passaggio della vita, che conduce a una nuova età adulta e a nuove responsabilità.
Normalmente invece una coppia, quando aspetta per lungo tempo un bambino che non arriva, si rivolge a un centro specialistico.
Qui, dopo aver ricevuto la diagnosi di infertilità, si viene posti davanti a una serie di soluzioni, a volte semplici, come una terapia farmacologica, a volte più complesse e invasive.
Questo percorso di procreazione assistita è denso di significati emotivi, alcuni consapevoli ma molti altri inconsci. La diagnosi di sterilità a volte attiva una forte sensazione di disistima nei propri confronti e nei confronti del partner, un disagio più o meno latente che si traduce in una serie di colpevolizzazioni, che a loro volta diventano malesseri e tensioni.
Essa acquista connotazioni di morte, di diniego della continuità familiare, di angosce di svuotamento, di castigo, di solitudine e di vergogna.
Spesso la sessualità diminuisce d'intensità, ma ancora più importante si priva di quelle caratteristiche ludiche e relazionali che la distinguono, perché finalizzata solamente alla ricerca della gravidanza.
Questo contesto emotivo certo non aiuta il sereno svolgersi di un percorso medico irto anche di insuccessi.
Durante i colloqui di sostegno psicologico i due partner hanno la possibilità di diventare pienamente consapevoli del contesto emotivo che stanno vivendo, di esprimere e liberarsi progressivamente di tutte le paure inconsce contribuendo così a mitigare gli effetti devastanti dei probabili insuccessi generatori di ansia e depressione.
La Redazione
Intervista pubblicata il 30 Maggio 2012
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