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Rabbia: controllo e gestione delle emozioni

Come gestire la Rabbia e le emozioni violente

Controllare la Rabbia: cos'è e quando si presenta

La rabbia è un'emozione che, come la paura, ci avvisa che "qualcosa non va". In questo modo possiamo prepararci a reagire. Come un campanello di allarme, è una risposta naturale che "trilla" di fronte ad una minaccia da cui possiamo difenderci.

Questa emozione si presenta quando:

I sintomi della Rabbia

La rabbia si sente e si vede... La sentiamo noi mentre la stiamo provando (sentiamo che "monta"), il cuore comincia a battere più forte, ci sentiamo tesi come una corda di violino e i muscoli si tendono, anche fino a tremare.
Gli altri la vedono perché quando una persona è arrabbiata si fa rossa in volto, aggrotta fronte e sopracciglia, ha le labbra e la mascella serrate, le vene del collo tendono ad ingrossarsi, la voce si fa minacciosa.
Queste reazioni fisiche sono sempre presenti quando si è in collera.
Tutto il corpo si prepara ad agire, e ciò può avvenire sia fisicamente (prendere a pugni, rompere le cose) che a parole (insulti, urla, parole pesanti scagliate come frecce per colpire e ferire).

Quando qualcosa/qualcuno ci fa arrabbiare può succedere di:

Gestire gli attacchi di Rabbia e la Rabbia repressa

Attacchi di rabbia. Gli attacchi di rabbia tendono ad auto-alimentarsi (più mi sento arrabbiato e più mi arrabbio) e non risolvono quasi mai i problemi, anzi: più la rabbia cresce, meno siamo capaci di controllarci. Questo porta a fare o dire cose di cui, una volta sbollita, ci pentiamo.
Frequenti scoppi di ira possono bruciare i rapporti distruggendoli.

La rabbia repressa. D’altro canto reprimere la rabbia non va bene. La rabbia repressa provoca spesso sintomi tra i più comuni come mal di testa, mal di schiena, dolori cervicali, ulcera, depressione. Prima o poi vorrà essere sfogata anche in altro modo e ci troveremo ad arrabbiarci in maniera smisurata anche di fronte a una piccolezza.

La rabbia quindi, può diventare un problema quando non siamo in grado di gestirla adeguatamente.

Cosa dobbiamo fare della nostra rabbia?
È importante capire e riconoscere cosa ci ha innervosito (un commento, un gesto...) ed è giusto manifestare la nostra emozione senza però scagliarci né sugli altri né su noi stessi.
Quando sentiamo che ci stiamo arrabbiando, possiamo raffreddare l'emozione con la razionalità, con il ragionamento, chiedendoci:
"Cosa o chi ci ha dato fastidio?", "E perché ci siamo sentiti infastiditi?", "La rabbia, così come la esprimo, mi sta facendo raggiungere il mio scopo?".
Se sentiamo di iniziare a "reagire" pesantemente, mettendoci a urlare e a sgranare un rosario di parolacce, meglio lasciare fisicamente la situazione, uscire dal luogo in cui siamo e passeggiare per ossigenare i pensieri. Questo aiuterà a calmarci, e quindi sarà poi più facile riprendere la questione.
Se sentiamo che ci stiamo arrabbiando troppo con noi stessi, distraiamoci, magari chiamiamo un amico, o mettiamoci a fare qualcosa con le mani (cucinare, ricamare, lavare la macchina...), ascoltiamo la musica che ci piace di più. Queste "strategie" ci aiuteranno a rilassarci e a mettere un po' di distanza tra noi e la nostra rabbia e quindi potremo affrontare il problema con più serenità.

Sotto la rabbia "incontrollabile" c'è sempre una sofferenza che chiede di essere ascoltata e riconosciuta.
Ascoltare questa emozione, senza sfogarla pesantemente né reprimerla, ci permettere di comprendere quali sono i nostri bisogni, e di poterli soddisfare.
Ma se la rabbia sempre più spesso prende il sopravvento su di noi, è il caso di rivolgerci a uno Psicologo per capirne il motivo e affrontare il problema.

Rivolgerci a uno Psicologo può essere importante per riuscire a capire cosa si nasconde sotto la nostra rabbia, e come poterla gestire: il tutto nell'ottica del miglioramento della qualità della nostra vita.
È possibile, infatti, trasformare la rabbia nella sua "variante" matura ossia l'assertività, diventando capaci di affermare la nostra posizione e le nostre ragioni senza mancare di rispetto agli altri e nemmeno a noi stessi.

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