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Problem Solving

Il Problem Solving: tecniche e capacità per risolvere problemi

Il Problem Solving: definizione

Problem Solving è un'espressione inglese che significa: soluzione dei problemi. Si tratta di un processo, un'attività mentale grazie al quale, quando ci troviamo di fronte a un problema, esaminiamo la situazione e facciamo ipotesi su come risolverla o su quale sia la strada migliore da percorrere.
È una cosa che l'uomo ha sempre fatto per la sua stessa sopravvivenza, dall'invenzione della ruota al controllo del fuoco o ai primi sistemi per coltivare la terra. Col tempo questa attività è stata studiata per mettere a punto vere e proprie tecniche per la risoluzione dei problemi più disparati, da quelli scientifici (matematici, informatici ecc.) a quelli economici, sino a quelli emotivi e relazionali.

Problem solving relazionale. Il problem solving può essere utilizzato non solo in economia o in ambito aziendale, ma si rivela efficace per migliorare la nostra vita in ambito personale (problem solving relazionale).
Capita infatti che, in situazioni di malessere, ci arrovelliamo in pensieri negativi, ci perdiamo d'animo, ci sentiamo meno lucidi, come avvolti nella nebbia.

Fasi del Problem Solving

Anche se sembrerebbe scontato, non ci soffermiamo quasi mai a pensare che il disagio che proviamo scaturisce da un problema che - una volta individuato - è possibile risolvere.

Per capire meglio facciamo un esempio. Riccardo è un atleta che gareggia a livello agonistico. Da molto tempo si sente stressato e fa fatica a dormire la notte, il giorno è stanco e irrequieto. Litiga con la fidanzata, le sue prestazioni agonistiche peggiorano.
Per mesi non ha voluto dare peso a questo disagio e la qualità della sua vita è peggiorata. Riccardo non è felice.
Poi un giorno riflette e pensa che non vuole vivere così, che se sta male un motivo ci deve essere, e vuole capire qual è.

1. Presa di coscienza. Rendersi conto che il nostro disagio nasconde un problema è il primo "fondamentale" passo per affrontarlo e risolverlo.

2. Identificazione. Il secondo passo è quello dell'identificazione, cioè trovare, nella confusione dei pensieri e delle emozioni, qual è il problema principale, quello dal quale derivano gli altri. Non è facile al primo sguardo, le problematiche sembrano essere infinite.
Il problema di Riccardo è l'insonnia? La stanchezza? O la stanchezza deriva dall'insonnia? Magari è la fidanzata che "gli dà pensieri" e allora non riesce a dormire la notte?

La fase dell'identificazione di un problema, è complessa ed è importante non abbattersi ed analizzare il più possibile ogni sfacettatura. Possiamo pensare (ancor meglio scrivere) ogni cosa che ci fa soffrire, e in merito ad ognuna porci alcune domande:

Mentre ci immedesimiamo dobbiamo fare attenzione alle nostre sensazioni, in questo modo riusciamo a capire se ciò che ci sembra essere un problema, effettivamente lo è oppure nasconde qualcos'altro.

Nel caso del nostro atleta - "passati al setaccio" tutti gli aspetti difficoltosi della sua vita - capisce che il problema non è certo l'insonnia. L'insonnia è una conseguenza da cui derivavano la stanchezza e l'irrequietezza. Queste lo portano ad essere meno tollerante con la fidanzata.
Ma se lei non ci fosse? La sofferenza sarebbe insopportabile, non riesce a immaginarsi senza di lei.

Qual è dunque il vero problema?
Riccardo capisce che ciò che gli crea disagio è gareggiare: ha seguito la carriera sportiva per volere dei genitori e, per non deludere le loro aspettative, l'ha portata avanti. Non ha avuto il coraggio di dirgli che quel tipo di vita non fa per lui.
Immaginare la sua vita senza allenamenti e gare lo alleggerisce mentalmente, si descrive sereno, immagina i week end non sul campo a competere, ma a passeggiare felice con la sua ragazza.
Ora il vero problema è decidere se (e come) dire ai genitori che ha intenzione di abbandonare la carriera sportiva.

3. Riflessione. Una volta identificato il vero problema è il momento di riflettere su tutte le soluzioni plausibili, il terzo passo. Anche in questo caso vanno valutate le ipotesi e analizzate tutte le possibilità.
Nelle relazioni, spesso non si tratta di valutare quali sono le soluzioni più efficaci, quanto di rielaborare i propri pensieri, atteggiamenti interiori e modi di vivere le esperienze.
Questo richiede moltissimo impegno.
Riuscirà Riccardo a trovare un modo che lo faccia sentire bene con se stesso e allo stesso tempo non deludere i genitori? Riuscirà a parlargli, affrontare ed accettare una loro possibile delusione?
Cosa deve cambiare di sé nel caso decida di affrontare (o non affrontare) la situazione?

4. Azione. Una volta deciso il come, il quarto passo è agire.
Nel nostro caso Riccardo può affrontare direttamente i genitori e dire loro come si sente, cosa desidera e cosa lo rende veramente felice.
In alternativa può ridefinire il proprio modo di vivere l'allenamento (una volta che è chiaro qual è il problema che si vive, diventa più semplice gestirlo) e contemporaneamente crearsi altri spazi di gratificazione.

Le soluzioni nei problemi relazionali sono complesse, ma fattibili.
A volte ci si riesce da soli, altre volte ci si rivolge a psicologi esperti che - con la loro esperienza e professionalità - sanno esattamente come guidare la persona affinché riesca a fare chiarezza, a trovare il modo di attuare le soluzioni rimanendo "fedeli a stessi", ad accettare quei cambiamenti necessari a vivere la propria vita in modo più sereno.

Psicologi e Psicoterapeuti che si occupano di Problem Solving
Alcuni libri sul Problem Solving

"Risolvere problemi. Dentro e fuori dalle organizzazioni. Una guida al problem solving metodologico", Pennati A., Franco Angeli, 2009

"Problem Solving strategico da tasca. L'arte di trovare soluzioni a problemi irrisolvibili", Nardone G., Ponte delle Grazie, 2009

"La terapia centrata sulla soluzione", O'Connell B., Ecomind, 2002

"Problem solving. L'arte di trovare soluzioni", Spagnulo P., Ecomind, 2004

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