La memoria è la capacità di elaborare le informazioni, codificarle, immagazzinarle e - attraverso il ricordo - riportarle alla mente. Questi ricordi possono essere tattili, visivi, gustativi, uditivi e olfattivi. In questo caso si parla di memoria sensoriale, sviluppata cioè attraverso i sensi.
Se ad esempio ci siamo scottati con una candela da piccoli, abbiamo imparato subito a non toccarla più, perché conserviamo la memoria che quella cosa brucia.
Tra i tipi di memoria ci sono anche quella a breve e a lungo termine.
Memoria a breve termine e memoria a lungo termine. Si parla di memoria a breve termine o primaria, per i ricordi temporanei che si riferiscono alle esperienze più recenti. La memoria a lungo termine o secondaria, invece, riguarda i nostri ricordi più vecchi, immagazzinati come in una specie di archivio. La memoria a breve termine in genere "viene meno" negli anziani, che riescono molto più facilmente a ricordare i dettagli del loro passato, ma hanno difficoltà nella memoria breve ("Cosa ho mangiato ieri?").
Diminuzione della memoria. Con l'avanzare dell'età, infatti, cambia la velocità con cui si acquisiscono nuove informazioni, alcune facoltà si indeboliscono e la memoria subisce un calo fisiologico. Questo fa parte di un processo naturale, dovuto al fatto che la vista e l'udito iniziano un po' alla volta a diminuire, diventa più difficile concentrarsi e le cose che prima risultavano semplici richiedono uno sforzo e dei tempi maggiori.
Queste difficoltà fisiologiche sono normali e non devono destare eccessiva preoccupazione, inoltre bisogna considerare anche la situazione della singola persona.
Quando ad esempio un uomo - da sempre abituato a lavorare sodo e dedicare poco tempo ad altri interessi - va in pensione, potrebbe dare segnali simili a quelli di un decadimento della memoria, dovuti in realtà a un disagio emotivo, a uno stato d'ansia o a una leggera depressione. Se subisce un lutto, per alleviare la solitudine, potrebbe rimuovere i ricordi dolorosi e presentare una amnesia temporanea.
Se invece si notano spesso amnesie, stati confusionali, difficoltà nel ricordare le parole o a formulare frasi, allora è consigliabile intervenire precocemente, rivolgendosi al proprio Medico o a un Neurologo, perché questi sintomi potrebbero precedere un disturbo più serio come l'Alzheimer o la Demenza Vascolare.
Quando emergono difficoltà nel fare cose che prima risultavano semplici, è bene accettare la situazione senza drammi e adottare trucchi e stratagemmi per ovviare al calo di memoria. Per conservarla a lungo e prevenire malattie degenerative, è importante allenare la memoria, con esercizi e attività.
Il cervello infatti è un muscolo e come tale può essere allenato e rinforzato attraverso stili di vita, tecniche ed esercizi. Secondo gli studiosi, queste cose aiutano a prevenire il decadimento della memoria nel 63% dei casi.
Un altro consiglio utile è quello di avere un'alimentazione ricca di vitamine del gruppo B, fosforo, potassio, magnesio e lecitina ed effettuare controlli periodici sullo stato di salute.
Neuroscienziati e Psicologi inoltre concordano sul fatto che è molto importante stimolare le persone anziane attraverso il coinvolgimento in attività sociali, fisiche e mentali, coltivare hobby, sfruttare le abilità e sviluppare nuove capacità, cimentandosi in nuove attività. È importante leggere, interessarsi agli avvenimenti o anche solo dedicare un po' di tempo della propria giornata a giochi e cruciverba.
Molte associazioni organizzano attività specifiche coinvolgendo le persone anziane in occupazioni sociali e ludiche, che favoriscono creatività, inventiva, capacità logica e di memorizzazione, in modo semplice ma efficace. In genere si tratta di attività di gruppo condotte da personale esperto, a cui eventualmente può affiancarsi anche un lavoro individuale. Accompagnare il nostro familiare (molto spesso il babbo o la mamma) presso un Neurologo o uno Psicologo permetterà di capire quale percorso e quali attività sono più adatte a loro.