Quando ci troviamo di fronte a una situazione critica, siamo sotto pressione o dobbiamo affrontare una "prova", proviamo a fare attenzione alle nostre emozioni e ai nostri pensieri.
Se per esempio ad un esame universitario la prova precedente è andata male, è molto probabile che avremo paura che la cosa si ripeta, così potremmo sentirci insicuri, pensare che non ce la faremo mai e, di conseguenza, essere meno brillanti al secondo tentativo.
Di fronte a brutte sensazioni, infatti, spesso sorgono pensieri altrettanto negativi. A loro volta questi risvegliano emozioni negative come: timore, incertezza, scoraggiamento, che incentivano nuovamente i pensieri negativi, continuando in una sorta di circolo vizioso.
In questo modo l'ottimismo, la concentrazione, la motivazione e la grinta diminuiscono.
L'uomo però ha il potere di modificare il proprio modo di pensare. Sospendere quei pensieri automatici e formulare pensieri più funzionali permette di influenzare in modo positivo emozioni e comportamenti: se prima di un esame universitario o di un colloquio di lavoro cercheremo di avere pensieri positivi e un atteggiamento ottimista, potremo influenzare positivamente la nostra performance. Questo perché il pensiero positivo prepara ad affrontare al meglio qualsiasi sfida: aumenta la creatività, aiuta a vedere i problemi da punti di vista diversi, affrontarli e/o risolverli.
Questo è quello che viene definito pensiero positivo: un atteggiamento mentale che ci consente di vivere la vita in maniera appagante e di superare le difficoltà con maggiore slancio.
Il pensiero positivo produce una serie di effetti benefici:
Come sono legati il pensiero positivo e la felicità?
Nel secolo scorso alcuni studiosi (Filosofi, Biologi, Neurologi e Psicologi) hanno cominciato a studiare gli effetti del pensiero positivo e ad applicare il metodo scientifico allo studio della felicità.
Dai vari studi è emerso che un atteggiamento ottimista favorisce le persone nel coltivare i propri talenti, sviluppare risorse personali, vivere una vita più serena e appagante.
È stato inoltre dimostrato che non ci sono condizioni oggettive per il benessere delle persone.
Una persona a cui va tutto bene – è sposata con la persona che ama, ha successo sul lavoro, è ricca ecc. - potrebbe non essere felice, o almeno non più di una persona che non possiede nulla di tutto questo.
Le Neuroscienze confermano: non è il successo che determina la felicità, bensì l'ottimismo e la positività che possono aiutare a raggiungere il successo.
Vediamo qualche esempio: Martin Seligman, uno dei più illustri esponenti della Psicologia Positiva, ha recentemente condotto un esperimento con una squadra agonistica del Berkeley College (California, 2012).
Prima di una gara, agli sportivi è stato somministrato un test che misura i livelli di ottimismo/pessimismo. Subito dopo sono stati comunicati ai nuotatori risultati al di sotto delle aspettative.
Alla seconda prova le persone pessimiste hanno avuto un risultato ancora più scarso, mentre le persone ottimiste hanno avuto ottime performance.
Seligman dimostra così come le persone positive possono avere ottimi risultati anche sotto pressione e subito dopo a un fallimento.
L'esperta di Psicologia Positiva Michelle Gielan, durante la conduzione di un telegiornale della CBS, si accorse come le notizie sulla crisi economica avessero conseguenze negative sulla popolazione, così introdusse una rubrica in cui persone importanti lanciavano messaggi ottimisti e positivi, "Happy Week" o settimana felice.
I messaggi lanciati dall'emittente televisiva americana riuscirono effettivamente a produrre pensieri più ottimisti nella popolazione.
Imparare l'ottimismo. La Psicologia Positiva sottolinea proprio questo aspetto, sostenendo che l'ottimismo non è una caratteristica innata della persona, ma un atteggiamento e – in quanto tale – può essere imparato.
Se nella vita a volte capita di non poter modificare le cose che non vanno bene, è altrettanto vero che possiamo modificare il nostro modo di porci di fronte ad esse.
Grazie alla diffusione del pensiero positivo e della Psicologia Positiva, oggi sappiamo che ogni persona può "riprogrammare" i suoi pensieri in senso positivo e coltivare la felicità ogni giorno.
In Italia sono stati attivati corsi e Master in Psicologia Positiva (es. Milano-Bicocca e Roma-La Sapienza), all'estero sono state istituite vere e proprie Facoltà di Psicologia Positiva (es. USA e Inghilterra).
In Sardegna - dall'iniziativa dell'artista e regista Filippo Martinez - è nata la "Facoltà di Scienze della Felicità" (Università di Aristan).
«Una laurea totalmente illegale, ma di grande peso scientifico, perché la felicità è una scienza terribilmente seria, una vaccinazione contro l'idiozia», dichiara Massimo Deiana, Preside della "Facoltà di Scienze della Felicità", ma anche della "vera" Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari.
I Docenti sono professionisti affermati e personaggi famosi che hanno scelto cosa insegnare a seconda delle proprie passioni ma senza percepire uno stipendio. Fra i bizzari insegnamenti ci sono: Amore, Coscienza comparata, Divertentismo, Follia, Francoecicciologia, Leggerezza, Poesia all'improvviso, Tex Willer...
Ad esempio il neuroscienziato Gianluigi Gessa, insegna "Libertà. Per capire il libero arbitrio", sottolineando che questa Università: «... è una palestra della mente e allena a combattere le brutture della vita».
Alla Felicità è stato intitolato persino un Assessorato nel comune di Ceregnano (provincia di Rovigo).
«Dobbiamo riappropriarci di un equilibrio urbano fatto di passeggiate, relazioni, respiro e godimento.
La felicità non si costruisce per legge, ma si può agevolare e favorire. (...) A volte ci dimentichiamo che la felicità non è uno stato di grazia, ma un diritto naturale», ha dichiarato il Sindaco della cittadina veneta Ivan Dall'Ara.
"Imparare l'ottimismo", Seligman M.E.P., Giunti, Firenze, 2009
"La costruzione della felicità", Seligman M.E.P., Sperling & Kupfer, Milano, 2010
"Come crescere un bambino ottimista", Seligman M.E.P., Sperling & Kupfer, Milano, 2010
"Il cervello. Istruzioni per l'uso", Medina J., Bollati Boringhieri, Torino, 2010