Con il termine memoria si fa riferimento alla capacità del cervello di ricevere e immagazzinare informazioni, codificarle e riattivarle attraverso il ricordo quando serve. Questa capacità è connessa con l'identità personale, ci ricorda chi siamo stati, le esperienze importanti, ciò che abbiamo fatto, sperimentato e vissuto. Quindi fa parte della nostra persona, permea ogni gesto della nostra vita, permette di adattarci alle situazioni, sapere come comportarci, trovare soluzioni e risolvere problemi.
Tipi di memoria. In genere si sente parlare di memoria sensoriale, sviluppata cioè attraverso i sensi: tatto (tattile), vista (visiva, iconica, fotografica), gusto (gustativa), udito (ecoica) e olfatto (olfattiva); memoria a breve termine o primaria, per i ricordi delle esperienze più recenti; memoria a lungo termine o secondaria per i ricordi, anche molto vecchi, che sono immagazzinati in maniera stabile.
Ma sono altrettanti i tipi di memoria definiti e studiati dalle scienze.
La memoria è coinvolta in tutti i processi mentali: percezione, attenzione, apprendimento, pensiero, un po' come fosse il nostro hard disk. Ma non bisogna affidarsi sempre alle tecnologie e altri strumenti per ricordare le cose o elaborare informazioni, perché il cervello è un muscolo e come tale può essere allenato.
Esercitare la memoria ci aiuta nello studio, nel lavoro e nelle operazioni quotidiane in generale, ma ci aiuta anche a conservare una buona memoria nella vecchiaia e prevenire disturbi e malattie degenerative, come ad esempio l’Alzheimer o la Demenza Vascolare.
Il modo in cui utilizziamo la nostra memoria oggi, infatti, contribuisce alla nostra memoria di domani.
Poiché si tratta di un processo attivo e dinamico, dobbiamo essere motivati, concentrati e attenti per poter sviluppare tutto il suo potenziale. Di seguito alcune tecniche per migliorare la memoria.
Motivazione e concentrazione sono molto importanti perché la memoria lavora in modo selettivo ed è impossibile ricordare tutte le informazioni che arrivano dall'esterno. Quando dobbiamo ricordarci qualcosa dobbiamo quindi affrontarla fissando degli obiettivi che guideranno la nostra attenzione.
Associazioni mentali. Innanzitutto è importante mettere a punto il proprio metodo di studio o di apprendimento più congeniale. A questo punto è molto utile fare delle associazioni mentali fra ciò che si deve imparare e delle immagini o altri elementi che aiutino a ricordare le cose. Se ad esempio devo ricordarmi la data della scoperta dell'America, posso immaginare Cristoforo Colombo con una maglietta da calciatore con scritto "1492" e via dicendo.
Ripetere, riscrivere, fare schemi. Un'altra tecnica di memorizzazione, sempre efficace, è la ripetizione.
Ripetendo più volte una lezione, le informazioni passano dalla memoria breve a quella a lungo termine fissandosi in modo permanente. Un'alternativa può essere quella di riscrivere, senza copiare, il materiale appena studiato, prendendo appunti anche secondo un ordine differente, più facile per noi da memorizzare, oppure fare degli schemi con i concetti, le date, le formule più importanti.
Effetto Primacy. Infine si può sfruttare quello che viene definito Effetto Primacy ed Effetto Recency, per cui le persone tendono a ricordare le prime e le ultime cose che imparano - sentono, vedono o leggono – attingendo nel primo caso alla memoria a lungo termine, nel secondo nella memoria a breve termine. Se una materia risulta particolarmente difficile, quindi, gli studenti possono studiarla per prima e ripassarla per ultima e avere una performance brillante.
Per migliorare la memoria è consigliabile, inoltre, leggere libri, fare esercizi di calcolo mentale rapido, di logica e matematica, giocare a memory oppure risolvere rebus e anagrammi per almeno 10 minuti al giorno.
Esercitare la memoria può essere anche divertente. Infatti ci si può "allenare" anche imparando una nuova lingua e persino giocando con i videogame. Su internet troverete numerose applicazioni gratuite con esercizi per la memoria come ad esempio "Brain challenge", oppure a pagamento come "Lumosity", messo a punto dai ricercatori della Stanford University della California.