Comunicazione deriva dal verbo latino "communicare" che significa: mettere in comune, fare partecipe, ma anche costruire. Quando si comunica, infatti, si condivide qualcosa, si rende partecipe qualcuno di una informazione, un'idea, un'emozione o una sensazione (ad es. la paura). C'è uno scambio di contenuto e una relazione che si costruisce fra le persone coinvolte.
Questo scambio avviene all'interno di un contesto - la relazione - in cui le persone trasmettono qualcosa (conoscenze, affetto ecc.) e mandano messaggi attraverso l'uso di un codice, nel nostro caso la lingua italiana.
La comunicazione si può schematizzare così:
La comunicazione, però, non si riduce allo scambio di un contenuto verbale espresso in una lingua e all'interno di una relazione, ma è un fenomeno molto più complesso, ricco di una serie di altre informazioni.
La comunicazione infatti è il veicolo attraverso cui una relazione si manifesta e attraverso cui manifestiamo "noi stessi". Possiamo comunicare con il corpo oppure con il linguaggio, tramite la voce o la parola scritta... fatto sta che in ogni momento attraverso il "come lo facciamo" stiamo comunicando le nostre intenzioni, il nostro modo di essere, e gli altri lo stanno comunicando a noi.
Facciamo un esempio.
Claudio aveva chiesto a Mattia una cortesia per una cosa a cui teneva molto e Mattia – che aveva promesso che lo avrebbe aiutato – gli ha dato buca.
Claudio ci è rimasto molto male, ma dice all'amico: «Non ti preoccupare, mi sono arrangiato diversamente».
Mattia avrebbe potuto sentirsi sollevato dall'affermazione dell'amico, ma il tono della voce di Claudio è scocciato, gli sta lontano, non lo guarda neppure negli occhi e sembra avere fretta.
Claudio sta esprimendo qualcosa ma sta provando il contrario. Il suo atteggiamento, il suo linguaggio non verbale "tradiscono" le sue parole.
Mattia lo capisce perché la comunicazione non è fatta di sole parole e significati, ma anche di gesti, tonalità della voce, sguardi... e il corpo dell'amico, la sua voce e il suo sguardo stanno chiaramente dicendo qualcosa di diverso.
Elementi spesso sottili ma percepibili come sguardo, espressioni del viso, atteggiamenti, gestualità, postura, tono e modulazione della voce fanno parte della comunicazione non verbale.
La comunicazione non verbale entra in gioco anche durante l'ascolto, in quanto per comunicare bene è necessario saper ascoltare. Può sembrare banale ma non lo è, in quanto l'ascolto è una componente importante della comunicazione, indispensabile per essa affinché si instauri e si mantenga.
L'ascoltatore non ha un ruolo passivo, perché deve comprendere - cosa a volte non semplice - quello che il suo interlocutore sta dicendo e a quale scopo, elaborare il messaggio per poter rispondere o compiere un'azione, cercare di non dare giudizi sul messaggio ricevuto.
In questo processo di "comunicazione attiva", il "ricevente" non si concentra solo sul messaggio verbale, bensì può "leggere" altri significati sul volto, gli occhi, il comportamento del suo interlocutore e le sue sensazioni. Allo stesso modo durante l'ascolto dovrà fare attenzione a quello che lui stesso sta comunicando a sua volta con il corpo, con gli occhi, con l'atteggiamento.
Imparare a comunicare è importante per essere compresi dagli altri, e aiuta noi a capire loro. Se ci rendiamo conto dell’importanza – in senso negativo - che possono avere le incomprensioni, possiamo facilmente capire quanto può essere utile migliorare la nostra capacità di comunicare.
Com'è facile immaginare, la Psicologia ha dedicato numerosi studi alla comunicazione. Da qui sono nate diverse scuole di pensiero e diversi percorsi per sviluppare questa capacità.
Di seguito alcune correnti psicologiche che si sono occupate in modo approfondito di comunicazione:
È curioso come in diverse culture - molto distanti tra loro - troviamo un detto popolare che ha lo stesso identico contenuto. Talete, filosofo dell'antica Grecia, a proposito dell'ascolto disse: «Gli dei hanno dato agli uomini due orecchie e una bocca per poter ascoltare il doppio e parlare la metà», (Talete di Mileto, 624-547 a.C.).
Un detto popolare cinese invece recita: «Dio ci ha dato due orecchie ed una sola bocca per ascoltare almeno il doppio di quanto diciamo».
Qualche secolo più tardi in Danimarca: «L'uomo ha due orecchie e una bocca solo perché dovrebbe più ascoltare che parlare».
"Comunicazione e relazione. Come gestire dialoghi e legami nel quotidiano", Menditto M., Erickson, 2008
"101 cose da sapere sul linguaggio segreto del corpo", Di Fant F., Newton Compton, 2012
"Te lo leggo in faccia. Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste", Ekman P., Amrita, 2010
"Il linguaggio segreto del corpo. Scoprire i sentimenti attraverso i gesti e le espressioni", Pacori M., Demetra - Giunti, 2012