Articolo pubblicato il 6 Maggio 2021.
L'articolo "Covid: effetti sulla psiche. Quando chiedere aiuto" tratta di: Disturbi d'Ansia, Disturbo Ossessivo Compulsivo e Disturbo Post Traumatico da Stress.
La pandemia sta creando conseguenze importanti sulla psiche umana, condizionate anche dalla durata di questo evento traumatico e dalle varie fasi che abbiamo attraversato.
Il primo lockdown nazionale, a marzo 2020, ha determinato un enorme senso di angoscia e di disagio collettivo per una situazione pericolosa, non controllabile e non conosciuta. Tutto è avvenuto in modo traumatico e la mente ha avuto poco tempo per elaborare gli eventi. Dopo le prime reazioni segnate da musica e ostentata positività, le persone hanno sviluppato disillusione.
Verso la fine della primavera è prevalsa la paura del contagio. Gli altri, gli "untori", potevano essere ovunque, per le strade, nei centri commerciali, negli ospedali, ecc., in casa nostra!
Con l'arrivo dell'estate, c'è stata una breve speranza, perché il virus sembrava perdere forza e i contagi diminuivano.
Quando questa prospettiva è svanita e i ricoveri hanno ripreso a salire, da autunno 2020, siamo entrati in una sorta di fase depressiva. Il cuore del disagio in questa fase è stata la dimensione temporale. Quando finirà? Quanti sacrifici saranno ancora necessari? E se la situazione peggiorasse? Quando terminerà questo isolamento sociale? Ritorneremo alla "normalità"?
Nonostante oggi si cominci ad intravedere una luce, grazie ai vaccini e alle scoperte scientifiche, la ferita psichica per un trauma perpetuato nei mesi, resta viva e in alcuni casi appare addirittura più evidente rispetto alla precedente fase di emergenza. Si rileva, infatti, un notevole incremento di casi di "disturbo da stress post traumatico" non convenzionale; una condizione di stress individuale e comunitario, insidioso e persistente. Lo stress da pandemia e le manifestazioni di frustrazione e di rabbia (auto dirette ed etero dirette) si sono ampiamente diffuse nella popolazione, sia per problematiche psichiche che come conseguenza estenuanti limitazioni economico-sociali.
I comportamenti codificabili come disturbo ossessivo compulsivo (Doc) sono stati rilevati in molti persone. Doc comportamentali per chi, per esempio, è andato oltre alla concreta necessità legata al rischio contagio (lavaggi compulsivi, uso eccessivo di gel alcolici, disinfezione continua). In talune circostanze si è sviluppata anche la rupofobia (ansia patologica che prova chi ha paura dello sporco, della contaminazione, della possibilità di contrarre malattie). Ma sono aumentati anche i Doc cognitivi nelle persone che tendono a "ruminare" con costanza ossessiva sulla pandemia, sui vaccini, sui ricoveri, sugli effetti collaterali, sulle varianti, etc.
I pareri piuttosto discordanti del mondo scientifico e accademico hanno incrementato ulteriormente l'ansia. L'esigenza di una verità scientifica inequivocabile e rassicurante,purtroppo non è stata mai soddisfatta. Si è sviluppata, cos,ì una sorta di infodemia (neologismo coniato da Oms), cioè la necessità di ricerca continua ed eccessiva di informazioni relative all'epidemia, ottenendo come risultato un'ulteriore incertezza e paura correlata a contenuti angoscianti e spesso contraddittori.
Secondo alcuni studi, ad accusare maggiormente la pandemia a livello psichico sono le donne (anche per la gestione dei figli in DAD magari durante smart working), i ragazzi privati della loro socialità, gli anziani isolati dai propri affetti e il personale sanitario. Il Rapporto sull'uso dei farmaci durante l'epidemia Covid-19 anno 2020 dell'Aifa, evidenzia una crescita nella vendita di ansiolitici e antipsicotici.
Per proteggersi dall'ansia, dal dolore e dalla rabbia di una situazione traumatica che perdura nel tempo, la psiche umana può utilizzare difese differenti. Questi tumulti emotivi si possono affrontare seppur con fatica, ma si possono anche negare e si possono anche sviluppare delle reazioni sproporzionate.
Quando sarebbe utile preoccuparsi e chiedere un supporto psicologico? Quando la persona:
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