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Articolo di psicologia: «Sostegno psicologico Online, Psicoanalisi online e Coronavirus»

Sedute online nella pratica della psicoanalisi

Articolo pubblicato il 29 Ottobre 2020.
L'articolo "Sedute online nella pratica della psicoanalisi" tratta di: Sostegno Psicologico e Psicoanalisi (Sigmund Freud).
Articolo scritto dal Dott. Roberto Pozzetti.

La psicoanalisi nel 2020, l'anno del coronavirus

La clinica psicoanalitica si è trovata a ricorrere sovente ai dispositivi digitali nell'anno 2020, l'anno del coronavirus. Quest'anno, il mondo intero ha conosciuto un'accelerazione del processo di digitalizzazione che sarebbe comunque avvenuto, sebbene più gradualmente.
Quando il virus era all'apice della sua diffusione, mi sono recato quotidianamente in studio dove ho svolto diverse sedute in videochiamata. In precedenza, la richiesta di appuntamenti online capitava di rado e soprattutto da parte di persone che risiedevano altrove o che si trasferivano in parti del mondo ove era impossibile incontrare uno psicoanalista oppure per un'estrema difficoltà a raggiungere lo studio a causa di severi attacchi di panico e di una gravidanza in fase avanzata.
Dinanzi al dilagare dei casi di Covid-19, in primavera, soltanto pochi pazienti hanno optato per venire comunque da me, nonostante le molte accortezze applicate, la ripetuta sanificazione dell'ambiente compiuta da un'azienda specializzata, il rigoroso distanziamento, l'uso delle mascherine, la disponibilità del gel igienizzante. La pratica della psicoanalisi si era temporaneamente trasferita verso gli appuntamenti da remoto. Io stesso, non potendomi recare a Parigi, ho svolto regolarmente supervisioni su Skype.
Il coronavirus è ovviamente entrato nei sogni di molti pazienti, sopraffatti dalla montante marea di contagi. Sognare epidemie, sognare uno zombie, vedere immagini oniriche di cimiteri risulta attualmente ben più frequente e viene palesemente associato all'impatto che questo virus sta avendo sulla nostra esistenza.
Ciascuno reagisce diversamente a un evento traumatico come questa pandemia. Per la psicoanalisi, il trauma non è soltanto l'avvenimento drammatico ma anche la rielaborazione che se ne fa, la narrazione che ne viene proposta. Descrivere delle generiche tipologie di persone non ci fa cogliere la singolarità irriducibile di ognuno. Tuttavia, constato che soffre maggiormente per le restrizioni della libertà individuale chi soffre di claustrofobia, chi ama viaggiare, frequentare gente, stare in gruppo, relazionarsi con amici, sedurre, conquistare. Queste persone si sentono soffocare dalle limitazioni dovute alle condizioni sanitarie. Si sono invece maggiormente stabilizzati a livello clinico coloro che temono la folla, che evitano le relazioni, che sfuggono dai legami sociali: uno stile soggettivo solitario risulta ora del tutto compatibile con lo stato delle cose e persino un atteggiamento saggio.
Trovandoci nel pieno di una seconda ondata di coronavirus, le richieste di sedute online si stanno di nuovo moltiplicando; diviene frequente lavorare sul proprio inconscio da remoto così come è divenuto frequente lo smartworking. Ho, dunque, maturato una certa consuetudine con la pratica della clinica psicoanalitica online, a volte alternata con quella off line.

Cosa apprendiamo da questa esperienza?

Anzitutto, come sosteneva Lacan, "la psicoanalisi vera ha il suo fondamento nel rapporto dell'uomo con la parola". Si parla anche nelle sedute online; ci troviamo comunque alle prese con la funzione della parola e nel campo del linguaggio.
In secondo luogo, concordo con la linea sostenuta da molti colleghi quanto alla differenza fra un percorso svolto esclusivamente online e uno che affianca le sedute in studio con quelle svolte da remoto avendo la prospettiva di giungere a incontrarsi nello stesso spazio oltre che nello stesso tempo, quando le condizioni abitative e sanitarie lo permetteranno.
Non è impossibile determinare degli effetti clinici benefici anche in un trattamento compiuto soltanto attraverso delle piattaforme per le videochiamate; tuttavia, vedersi davanti a uno schermo riduce le occasioni di operare sul rapporto soggettivo con lo spazio, con le proprie sensazioni e con il proprio corpo. Nelle cure online, il corpo è il grande assente. Questo richiede uno sforzo ulteriore per riuscire a mettersi in contatto nel corso della seduta con le proprie emozioni, con i propri vissuti, con i propri stati affettivi. Si tratta di un ostacolo ma di un ostacolo che non risulta comunque insuperabile.
Sicuramente diventa più agevole la pratica della psicoanalisi quando gli elementi, spesso ignorati e significativi, emersi nella seduta online vengono riportati in un successivo appuntamento nello studio dell'analista. Dirne anche nell'intimità di una stanza, nel momento dell'incontro con l'analista, corrobora il valore di quanto già rivelato in videochiamata. In questi termini, nulla vieta di svolgere un completo percorso psicoanalitico che includa delle sedute svolte da remoto. Esse risultano talora molto importanti sia per far avvertire la presenza dell'analista in momenti di crisi umana o di allerta sociosanitaria sia per giungere a toccare delle questioni e delle problematiche intime, ardue da aprire e sviscerare.
L'efficacia di un'esperienza psicoanalitica dipende poco dal setting, per dirla con i termini di un autore stimabilissimo come Winnicott, per quanto si dimostri spesso importante la regolarità del contesto in cui si svolgono le sedute; dipende soprattutto dalla capacità etica dell'analista, conseguita nella traiettoria analitica personale, di facilitare la messa al lavoro del paziente verso l'attraversamento dei propri sintomi e dei punti di cristallizzazione del proprio inconscio.

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