Articolo pubblicato il 21 Dicembre 2018.
L'articolo "Natale e Capodanno? Un "compleanno collettivo"" tratta di: Crescita personale.
Natale e Capodanno apparentemente sono solo due semplici feste tradizionali. Ma generano un disagio che si avverte facilmente. Molte richieste di iniziare un percorso terapeutico vengono, infatti, formulate proprio in questo periodo.
Uno dei motivi che possiamo subito cogliere, in termini psicologici, è il compiersi di un anno solare: si tratta, sommando arbitrariamente Natale e Capodanno, di un "compleanno collettivo", cioè che riguarda tutti e ciascuno di noi. In altri termini, possiamo anche mostrarci refrattari al Natale e ad ogni ricorrenza laica e religiosa, dire a noi stessi e agli altri "Non me ne importa nulla! Non vado a nessun cenone e, anzi, colgo questa occasione per starmene a casa tranquillo e non fare nulla di quello che i rituali collettivi sembrano imporre gentilmente!". Ma questo dimostra, per quell'effetto noto in genere come "controdipendenza", che queste festività ci coinvolgono comunque da un punto di vista emotivo. Vedere ricomparire anche solo le insegne natalizie nelle strade inevitabilmente ci ricorda che un anno è passato. E per questo, quasi in automatico, magari controvoglia, ci chiediamo cosa abbiamo raggiunto rispetto ai nostri obiettivi, o, più in generale, a che punto siamo della nostra vita. Ci chiediamo se siamo soddisfatti della condizione in cui siamo: ci piace il lavoro che svolgiamo e le relazioni amicali o affettive che intratteniamo?
La Psicologia junghiana è solo una delle correnti della Psicoanalisi che raccontano di come i rituali religiosi abbiano un significato indipendente dal credere o meno all'esistenza di Dio. Le festività religiose, come noto, spesso prendono il posto di rituali più antichi. Il Natale pare che fosse, in origine, una festa legata a culti pagani. E allora cosa possono raccontare anche all'uomo laico, spesso velatamente ateo o non interessato a nessun discorso religioso in genere, questi rituali?
Molte religioni parlano di divinità che si sacrificano o che, proprio attraverso un sacrificio, "muoiono e rinascono": in altri termini, troviamo un racconto, spesso dettagliato, di una profonda trasformazione. Natale e Capodanno possono appunto interrogarci semplicemente rispetto alle trasformazioni che avremmo voluto per la nostra vita. Trasformazioni che rintracciamo non solo nel racconto cristiano, ma anche in quello relativo ad altre religioni, come dettagliatamente ci mostrano lo psichiatra svizzero C. G. Jung, ma anche il noto studioso della storia delle religioni M. Eliade.
Con Natale e Capodanno non solo torniamo a chiederci quanto abbiamo ottenuto di quello che ci eravamo proposti in campi come lavoro, amore o benessere in generale, quasi come accade nel dedicarci ad uno dei rituali più antichi del periodo di Capodanno, l'oroscopo, ma, da un punto di vista psicodinamico, la domanda diventa inevitabilmente più complessa. Possiamo riformularla in "Sto facendo le scelte giuste per trasformare me stesso e quanto mi circonda secondo i miei desideri, ma tenendo conto di quello che sono realmente?".
La Psicoterapia, se impostata seriamente, prende sempre le distanze da obiettivi irrealistici. "Prova a realizzare quello che vuoi, ma tenendo conto di quello che sei", ci ricorda lo psicoanalista Semi. Ed effettivamente questo è solo un primo punto.
Se le festività ci invitano a fare i conti con gli obiettivi personali, possiamo anche valutare a nostra volta gli obiettivi stessi. Fino a che punto possiamo trasformarci?
Un percorso psicoterapeutico aiuta anche a valutare aspettative eccessive rispetto a se stessi e agli altri. Natali e capodanni segnano ovviamente il passare del tempo. E con il tempo possono anche mutare i nostri stessi propositi. Ecco che allora il disagio legato alle festività può essere attenuato anche da una attenta valutazione di quegli stessi desideri che magari costituiscono, con la loro impossibilità, parte del nostro tormento.
Proviamo a trasformare anche i nostri obiettivi e desideri, anche attraverso un percorso personale, invece che desiderare una trasformazione "e basta!", spesso troppo generica perché ci soddisfi o accada.
Natale e capodanno, quindi, hanno un loro lato "ombra", per esprimerci con Jung: dietro un aspetto decisamente festoso e improntato ad un più o meno allegro e piacevole contatto con parenti, amici e persone care in genere, mostra un risvolto meno piacevole, lasciato volutamente "in ombra", cioè il fare i conti con quello che si è diventati nel tempo. Cosa manca? Cosa si potrebbe realisticamente raggiungere attraverso le nostre risorse, le nostre aspettative e la nostra forza di volontà? Un percorso psicoterapeutico può aiutarci anche nel formulare le domande giuste... a se stessi e al mondo.
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