Articolo pubblicato il 27 Settembre 2018.
L'articolo "Psicosomatica: quando il silenzio delle emozioni si fa corpo" tratta di: Psicosomatica.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Giuseppina Cantarelli.
"L'anima e il corpo, ahimè, se ne andranno a spasso in coppia,
Finché il mondo girerà, passo a passo, fianco a fianco,
Come vanno i versi classici e i buoi,
E uno dirà all'altro "Mi fai male"
E quello risponderà: "È tua la colpa"" (Alfred de Musset)
Che psiche e corpo intrattengano tra loro rapporti molto stretti già lo avevano intuito gli antichi Greci. Ippocrate, infatti, considerato il padre della medicina, più di duemila anni fa affermava che il più grande medico per l'uomo è la natura, con ciò intendendo sia la natura all'interno dell'uomo (la sua personalità, carattere, temperamento) così come quella fuori da esso, come relazioni, affetti, esperienze.
E la natura è equilibrio e armonia. L'alterazione di questo equilibrio può produrre malattia.
È plausibile immaginare che la saggezza degli antichi nascesse e fosse sostenuta da intuizioni di carattere medico e scientifico, frutto di osservazioni minuziose e raccolte di dati tratti da esperienza diretta, ma naturalmente il metodo scientifico basato sulle rigide leggi della sperimentazione era ancora ben al di là da venire,ed è dalla metà del 1600 che, attraverso la corrente del razionalismo, questo prese piede e portò con sé - tra le innegabili importanti novità - anche lo svantaggio di vedere sezionato in tante piccole parti ogni fenomeno naturale osservato, uomo compreso, e ciò in virtù del rispetto e dell'amore di una conoscenza minuziosa secondo la quale parcellizzazione, quantificazione e oggettività non potevano che apparire sinonimi.
Il modello bio-medico attuale si fonda ancora oggi sull'assunto cartesiano del "res cogitans e res extensa" (realtà psichica e realtà fisica) laddove il corpo è concepito come una macchina e considerato sostanza vile e grezza e la mente sostanza cosciente e immateriale totalmente disgiunta dalla materia.
Si deve alla nascita e lo sviluppo della Psicoanalisi e quindi agli studi di Freud in particolare sull'isteria (patologia che per lo più si presentava con strane paralisi d'organo avulse da ogni causa organica, che egli curava con successo col proprio metodo, arrivando a dimostrare come spesso questi fenomeni avessero origine psicogena), la reintroduzione di una cauta ma ineludibile ipotesi concernente il probabile legame tra fenomeni psichici e fisici; e da allora, è stato un susseguirsi di studi e teorie tese a rilevare se e quali fattori psicologici - dal temperamento alla più complessiva personalità formatasi sulla base di esperienze di tipo ambientale e sociale - potessero avere una influenza diretta o indiretta sullo sviluppo di varie patologie fisiche, comprese le più gravi.
Diverse scuole di pensiero sono così giunte nel tempo ad abbracciare una visione olistica (dal greco holòs: intero) dell'uomo, della sua salute e della malattia, congetturando alfine che benessere e malessere possano essere letti in senso simbolico, ossia come messaggi atti a descrivere una disagio esistenziale attraverso il quale richiamare l'attenzione della persona sui propri vissuti affettivi, emotivi, relazionali trascurati e/o non evidenti alla coscienza.
In questo senso si può affermare che il malato psicosomatico soffra di "alessitimia" che letteralmente significa "emozione senza lessico", cioè incapacità a mentalizzare ed esprimere le proprie emozioni. In questa situazione è il corpo a farsi carico e portavoce del disagio, utilizzando un linguaggio creativo e analogico, "scrivendo e dipingendo" su di sé l'inespresso. Non è un caso, quindi, che spesso proprio i bambini - soprattutto molto piccoli - esprimano con disturbi psicosomatici, disagi emotivi o affettivi che essi non sono ancora in grado di comunicare a causa della difficoltà ad utilizzare un linguaggio verbale articolato.
Particolarmente interessante in quest'ottica è la visione di C.G. Jung sui rapporti psiche- materia. Influenzato dalle scoperte della fisica contemporanea che considera l'esistente essenzialmente come unico campo d'energia, egli giunge a ipotizzare come il corpo non possa che rappresentare l'aspetto concreto, la condensazione dei contenuti psichici inconsci e parlando del senso della malattia, afferma che, se considerata in senso finalistico, essa non sia che un tentativo della natura di guarire l'uomo. Questa guarigione è essenzialmente trasformazione, la quale non può avvenire senza sofferenza.
Egli sostiene come corpo e mente non siano due mondi separati ma coppia di contrari in continua influenza reciproca, quindi appartenenti ad una stessa realtà espressa in forme energetiche di diversa densità. Per illustrare il proprio pensiero, introduce il concetto di sincronicità, che indica l'accadere di due eventi non legati da principi di causa-effetto, ma da un rapporto di senso comune. Così anche il disagio fisico e psichico possono essere letti in questa chiave. Non è che l'uno dipenda dall'altro, ma si tratta del prodursi sincronico che ha lo stesso senso/significato e che affonda le proprie radici nelle energie profonde che dominano i vissuti della persona. La cura della malattia non potrà, quindi, che passare attraverso la presa di coscienza dei nessi sincronici che legano i sintomi lamentati dal paziente e le simbolizzazioni psichiche corrispondenti, ad esempio attraverso i sogni.
Questa conoscenza, questo ampliamento del campo di coscienza diverrà fattore cruciale nel rendere la persona non più oggetto agito da forze sconosciute, ma soggetto in grado di attingere e relazionarsi con altri centri di attività psichica, compensatori ed equilibratori rispetto ai precedenti che lo dominavano.
Già nei primi anni del '900 la fisiologia aveva messo in relazione lo stress - specie se prolungato - con una iperattivazione delle ghiandole surrenali che, determinando una eccessiva produzione di quegli ormoni che intervengono su molti organi e funzioni del corpo tra cui il cuore e la pressione sanguigna del corpo, potevano nel tempo causare scompensi.
Certamente sofferenze di tipo psicologico protrattesi nel tempo o gravi traumi, si rilevò in seguito, potevano essere stati alla base e causa dello scatenarsi di alcune patologie studiate.
Oggi è un dato assodato che stimoli emozionali possano produrre modificazioni nella frequenza dell'attività cardiaca, della pressione arteriosa così come ne sono coinvolti apparato gastrointestinale e organi sessuali. Venti anni di studi tra il '70 e il '90 hanno chiarito che non è solo il sistema nervoso vegetativo che risponde alle reazioni emozionali, ma anche il sistema endocrino, quindi tutti gli ormoni rispondono a sollecitazioni emozionali e si è altresì scoperto - nello stesso arco di tempo - che anche il sistema immunitario risulta in strette connessioni con il sistema nervoso. Tutto ciò ha portato al costituirsi nel tempo di quella disciplina che viene oggi definita "Psiconeuroimmunoendocrinologia" (PNEI), che studia appunto i rapporti ormai riconosciuti strettissimi tra psiche, cervello e sistemi del corpo.
Candace Pert, neurofisiologa americana, scopritrice delle endorfine (morfine endogene) e di un vasto numero di neuropeptidi, le molecole che trasportano informazioni nel sistema nervoso, ha evidenziato come queste molecole siano i mediatori sia delle informazioni che delle emozioni e che siano attivi praticamente in tutte le cellule del corpo, specie nel sangue, nel sistema immunitario e nell'intestino.
Secondo la Pert, i neuropeptidi devono essere considerati come molecole psichiche, poiché trasmettono, oltre che informazioni ormonali e metaboliche, anche emozioni. In pratica, ogni emozione come il piacere, il dolore, l'ansia, etc. - cioè i sentimenti - sono veicolate nel corpo attraverso specifici neuropeptidi.
Essa parla dell'essere umano come una complessa rete di informazioni e disconosce l'antica divisione tra mente e corpo, che sostituisce con il concetto di psicosoma (body mind) in cui ogni aspetto psicofisico umano è visto come un'unica organica realtà.
Afferma la Pert: "Se accettiamo l'idea che i peptidi e le altre sostanze siano la base biochimica delle emozioni, la loro distribuzione nel sistema nervoso ha una portata estremamente vasta... Il corpo si identifica con l'inconscio! I traumi repressi, causati da una sovrabbondanza di emozioni, possono restare immagazzinati in una parte del corpo influenzando in seguito la nostra capacità di percepire quella parte o addirittura di muoverla".
E Più avanti prosegue: "A me piace pensare che la mente, in realtà, sia un flusso di informazioni che scorre attraverso le cellule, gli organi, e gli apparati del corpo... La mente è immateriale eppure ha un substrato fisico, che si identifica tanto con il corpo quanto con il cervello".
La Pert tiene un diario vicino al letto ove segna i vari sogni che fa. Ritiene questi sogni un collegamento tra la parte cosciente e incosciente e dice: "Come le emozioni e i pensieri, i nostri sogni seguono le leggi delle informazioni, cioè esistono su un piano che trascende il tempo e lo spazio. L'inconscio collettivo di Jung è il concetto più vicino a questa fede che esista nella nostra cultura ma, possiamo mettere insieme teoria dell'informazione e saggezza antica cominciando ad assegnare più valore ai sogni”. E prosegue più avanti: "Nei momenti di maggiore misticismo, mi piace pensare che i sogni siano soltanto un altro modo in cui Dio ci parla all'orecchio, trasmettendoci messaggi attraverso la rete psicosomatica".