Articolo pubblicato il 22 Dicembre 2016.
L'articolo "L'umore va giù? Per Natale mi regalo un dialogo..." tratta di: Crisi esistenziale e Depressione.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Marcella Dittrich.
...camminare per le strade decorate con luci natalizie e sentirsi così distante da quell'atmosfera apparentemente festosa in cui tutti sembrano coinvolti... È come se si osservasse da lontano un fenomeno che ci sfiora ma non ci coinvolge emotivamente. Sentirsi obbligati a indossare una maschera per le circostanze, per farcela a stare con gli altri parlando la loro stessa lingua, che in quel momento sembra una lingua straniera. Desiderare con tutte le proprie forze essere altrove o già temporalmente dopo i Natali, Capodanni, santo Stefani, Epifanie... per tornare a "mescolarsi" agli altri senza sentirsi più degli alieni... E contemporaneamente temere di "non essere a posto" perché la tristezza si fa sentire quando sarebbe la gioia "l'abito" più adatto per l'occasione...
E poi i ricordi del passato, del Natale magico da bambini, della presenza di persone care che non ci sono più, di luoghi che abbiamo abitato, di mille progetti non realizzati che oggi sembrano così distanti.
Per non parlare del senso di estraneità che si avverte nei pranzi famigliari quando si incontrano persone che si vedono raramente e con cui il rapporto non è così facile, naturale.
Per poi rifugiarsi nelle chat sul computer e cercare un'intimità di sentimenti dietro l'anonimato dello schermo, salvo poi avvertire ancora di più la solitudine quando a notte inoltrata ci si ritrova da soli tra i propri pensieri. Oppure fantasticare un'intimità eccitante con un uomo o con una donna, nei mille siti che offrono porno a pagamento ma poi pensare che un rapporto in carne, ossa e sentimenti, appagante, è lontano mille miglia... e avvertire ancora di più il vuoto. A volte decidere di stordire quel vuoto con un bicchiere in più che ci fa scivolare annebbiati più facilmente nel sonno, ma che ci lascia con la mente lucida a metà nottata e un senso di impotenza raddoppiato...
Però la mattina dopo tutto torna come prima, i ritmi, le abitudini sempre uguali, cercare di non pensare ma "fare", perdersi nelle attività, lasciare quel sottofondo di insoddisfazione che scorre come un torrente carsico, nel "fondo di noi"... e il disco gira e gira come se si restasse in attesa di qualcosa, di un cambiamento magari dall'esterno... cui non si riesce a dare un nome... una forma...
Si, accade e accade spesso che la progressione dell'anno e delle festività non vada di pari passo con la nostra situazione affettiva e quindi con il nostro umore... ci sentiamo di non averlo scelto ma di esserci capitati... avremmo voluto altro per noi... E poi ci si chiede: "Ma sono depresso? Sono caduto nel pozzo nero del male oscuro o è solo un periodo così? Devo fare qualcosa? Anche chi mi è vicino mi dice che questo mio vedere sempre tutto nero non è normale... Forse devo prendere qualcosa, devo farmi aiutare..."
Si, è facile nelle feste fare dei bilanci interiori su di sé e sulle proprie scelte; Freud coniò un termine apposito: reazioni da anniversario per sottolineare che ci sono scadenze, date, momenti dell'anno in cui alcuni ricordi tornano e la malinconia può farsi sentire prepotentemente.
Mi rendo conto che così descritto fa un po' impressione eppure anche se l'umore può essere "flesso", abbattuto, non è detto che di depressione si tratti, a volte solo di necessità di cambiamento, di concedersi lo spazio mentale per ripensare ad alcuni avvenimenti, su alcune emozioni messe da parte frettolosamente e provare a dargli un senso, per chiudere un capitolo dell'esistenza e rilanciare cercando nuovi orizzonti...
E se questo non si riesce a fare da soli è importante pensarsi in un dialogo con qualcuno che sappia ascoltarci e che riteniamo in grado di farlo senza pregiudizi, perché ci può aiutare molto ad ampliare la comprensione che abbiamo di noi e del nostro malessere attuale... e proteggerci dai tranelli del pensiero a senso unico che chiude alla speranza e non crea visioni alternative... ma si limita a stilare bilanci sterili di fatti, con annesso elenco di colpe e condanne.
La capacità di ascoltare senza pregiudizi non è da tutti anzi è una dote rara e chi lo sa fare è perché l'ha coltivato dentro di sé... credo che sia in fondo un atto di amore, di accoglienza, di valorizzazione dell'altro. Allora a Natale regaliamoci un dialogo, andiamo in profondità dentro di noi e apriamo ad altri modi di vedere anche attraverso il pensiero di chi può darci una mano; così riusciremo a creare visioni differenti e mondi nuovi...
Quello che si chiama "depressione" nel linguaggio corrente può avere molti significati e forme svariate, non riuscirei qui a passarle in rassegna tutte, né a raccontare gli approcci più indicati di cura. So per esperienza però che la depressione può essere un segnale importante, qualcosa che ci spinge a cambiare, che insiste perché troviamo il modo di mollare fardelli gravosi dal passato. Quindi più che una "malattia" può essere una crisi esistenziale ricca di fermenti vitali... a patto che ci diamo il tempo e troviamo il modo giusto, per "ascoltarla".