Articolo pubblicato il 8 Giugno 2016.
L'articolo "Strategia del "Non ci devo pensare"" tratta di: Disturbi d'Ansia e Terapia Cognitivo Comportamentale.
Articolo scritto dal Dott. Antonio Di Sabato.
Siamo soliti cercare di fronteggiare gli stati ansiosi ripetendoci più volte la frase: "no, non ci devo pensare, passerà", credendo che questa strategia possa aiutarci nel gestire la nostra ansia.
Questa è una delle tante strategie "disfunzionali" (non parliamo di buone o cattive, giuste o sbagliate, perché ognuno di noi ha una propria idea di cosa sia giusto o sbagliato, ma utilizziamo appositamente la parola "disfunzionale" per indicare una modalità di pensare non funzionale al raggiungimento dei nostri obiettivi: stare bene), che utilizziamo per sentito dire o per averla appresa in altri momenti della nostra vita per gestire le nostre ansie e preoccupazioni.
Il risultato non è però quello atteso. Infatti, più ci ripetiamo non ci devo pensare, più la situazione temuta continuerà a sostare nella nostra testa e a preoccuparci. Per esempio "Non devo pensare che mi sentirò male mentre sto guidando": più continuerò ad essere concentrato su questo pensiero, nella speranza di controllarlo ed eliminarlo dalla mia testa, più lui continuerà ad esser presente facendomi provare disagio ed ansia.
Il lavoro terapeutico è incentrato sulla comprensione delle problematiche espresse dal paziente e un ruolo fondamentale è stato svolto dall'utilizzo dello strumento ABC per mettere in evidenza i pensieri, soprattutto quelli disfunzionali centrali nell'insorgere e nel mantenimento del disagio.
Un primo strumento utilizzato in Psicoterapia Cognitiva per "allenarci" ad individuare i pensieri disfunzionali è, quindi, l'ABC.
Spesso siamo soliti pensare che le nostre emozioni dipendano da quello che facciamo o dove siamo, ma non è così. Infatti troppo spesso la nostra attenzione svia da ciò che siamo soliti pensare e che ci diciamo in determinati momenti, provocando determinate emozioni. Ecco: proprio attraverso l'ABC l'attenzione è posta nell'individuare i pensieri che noi chiamiamo disfunzionali che provocano emozioni "sgradevoli" e cercare di sostituirli con pensieri "più funzionali" ed utili al nostro benessere.
Esempio 1.
Esempio 2.
A seguire.
Uno dei primi obiettivi in terapia è aiutare il paziente a concettualizzare i suoi pensieri, soprattutto quelli disfunzionali uniti alle strategie di soluzione che egli mette in atto a determinare e mantenere gli stati emotivi che gli provocano disagio e lo fanno star male, creando - come si vede dall'esempio del modello dell'ABC - il secondario, cioè il problema del problema. Le strategie messe in campo non aiutano, ma diventano dei fattori di mantenimento del problema, mettendo il paziente in una situazione di stallo e di blocco.