Articolo pubblicato il 8 Giugno 2016.
L'articolo "Trattamento Cognitivo Comportamentale nel Disturbo di Panico" tratta di: Attacchi di Panico e Terapia Cognitivo Comportamentale.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Alessia Sarracini.
Più si ha un'elevata predisposizione a spaventarsi davanti ai segnali d'ansia e più si crede erroneamente che questi siano l'inizio di una catastrofe, pertanto una parte importante dell'intervento terapeutico sarà volto alla "decatastrofizzazione" dell'esperienza panico e consisterà nel:
Terapeuta e paziente si impegnano nella comprensione del problema e dei meccanismi che mantengono e aggravano il disturbo in modo da poterli gradualmente eliminare.
Una tecnica fondamentale è l'esposizione a stimoli enterocettivi.
Per stimoli enterocettivi si intendono le sensazioni corporee legate all'ansia che le persone affette dal disturbo da attacchi di panico temono più di ogni altra.
Questo tipo di esposizione consiste nel mettere in atto dei semplici esercizi fisici, attraverso cui i pazienti hanno modo di sperimentare alcune sensazioni fisiche che ritengono di provare durante gli attacchi di panico e nella fase che li precede.
In definitiva, lo scopo di questa particolare esposizione è sperimentare l'innocuità e la transitorietà delle sensazioni generate: infatti si estinguono dopo qualche secondo, senza il bisogno di ricorrere ai consueti comportamenti protettivi e/o evitamenti.
Il paziente che accetta la possibilità di esporsi agli stimoli enterocettivi ha l'opportunità di imparare a suscitare da sé e tollerare le sensazioni del panico. Solo dopo averne fatto esperienza in prima persona può convincersi di quale sia la loro origine e della loro mancanza di pericolo: dopo essere state considerate per molto tempo sintomi pericolosi, diventano finalmente normali sensazioni.
Come prima cosa paziente e terapeuta procedono con la definizione di una gerarchia di sensazioni temute e si progettano degli esercizi fisici in grado di suscitarle.
Secondariamente si prosegue con l'esecuzione degli esercizi selezionati direttamente in seduta, il terapeuta in questo caso funge da modello perché poi il paziente possa eseguirli correttamente a casa.
È una tecnica che si può utilizzare nella tranquillità della propria casa, senza bisogno di confrontarsi subito con le situazioni che il paziente evita da ormai molto tempo. È un intervento molto prevedibile, di volta in volta terapeuta e paziente sanno quali sensazioni verranno indotte.
È apprezzata dai pazienti: se durante un attacco di panico si sperimentano insieme diverse sensazioni, ogni esercizio suscita solo una sensazione alla volta.
Si presta a infinite modifiche per rendere gli esercizi più o meno difficili a seconda dell'occorrenza, per es. per rendere più facile l'esposizione a una certa sensazione si può programmare l'esecuzione insieme ad una persona di fiducia che siede vicino, poi nella stanza adiacente, via via sempre più in autonomia.
Riesce ad accorciare di molto i tempi di trattamento.
Rende più facile l'esposizione alle situazioni della vita reale considerate ansiogene poiché il paziente ha ormai messo in discussione la pericolosità delle sensazioni temute.