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Articolo di psicologia: «Separazione, Divorzio e Figli»

Separazione: come dirlo ai bambini?

Articolo pubblicato il 24 Maggio 2016.
L'articolo "Separazione: come dirlo ai bambini?" tratta di: Separazione e Divorzio.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Annalisa Tommasi.

Negli ultimi decenni il numero delle separazioni e dei divorzi è largamente aumentato: sempre più spesso, infatti, si arriva alla decisione di mettere fine a un legame importante.

Sicuramente oggi più di prima si cerca nel matrimonio la realizzazione personale e un percorso di crescita individuale e di coppia, tollerando meno sacrifici e frustrazioni, ma se le aspettative non si realizzano e non si raggiunge la serenità auspicata si ricorre alla decisione di separarsi, che è sempre il risultato di una lunga serie di sofferenze protratte nel tempo.

Nel momento in cui ci si separa è importante ricordare che è possibile smettere di essere coniugi, ma non è possibile smettere di essere genitori. È quindi necessario dimostrare concretamente che, anche se gli adulti non possono più vivere sotto lo stesso tetto, si può e si deve far fronte alla responsabilità di aiutare i figli a crescere contando sul sostegno e sull'affetto di entrambi.

Prima di tutto gli ex coniugi si devono misurare con il difficile compito di comunicare l'avvenuta decisione della separazione. Contrariamente a quanto ritengono molti, intimoriti da questa idea, celare la verità sulla situazione non protegge i figli, anzi, permanere in uno stato di ambiguità e confusione può addirittura rivelarsi più dannoso.
Inoltre, è necessario ricordare che essi sono buoni osservatori, abili a cogliere gli stati emotivi di chi gli sta vicino. È quindi fondamentale dare loro chiarimenti e spiegazioni semplici e precise sui cambiamenti che stanno per avvenire nella loro vita: questo è il primo passo per impedire che la separazione si trasformi in un'esperienza traumatica; il poter parlare di quello che sta accadendo e poter ritornare sopra l'argomento consente al bambino di esternare quello che prova e all'adulto di capire come star vicino a suo figlio in questo difficile momento di passaggio.

Per prima cosa i genitori devono concordare non solo una storia condivisa della separazione, ma anche il luogo ed il momento più opportuno per comunicarla insieme ai figli. Non è opportuno che la responsabilità della comunicazione sia di un solo genitore, anche perché quest'ultimo potrebbe, magari anche involontariamente, dare la colpa della separazione all'altro.

L'annuncio, inoltre, non deve comprendere rancori, recriminazioni o sensi di colpa; il messaggio che deve passare ai figli, nella maniera più serena possibile, è che la decisione della separazione è stata raggiunta di comune accordo.

Infine è necessario scegliere con cura il momento in cui viene data ai figli la notizia della separazione. Probabilmente l'impatto della notizia è ridotto se i genitori sceglieranno di parlare con i figli in un ambiente sereno e famigliare, avendo del tempo a disposizione per rispondere ad eventuali domande.

I genitori, inoltre, dovrebbero avere l'accortezza di valutare e di adeguare all'età la comunicazione della decisione.

Nel caso di bambini di età inferiore ai tre anni, poiché a questa età il bambino non ha ancora raggiunto la maturità necessaria per prevedere i cambiamenti che stanno per avvenire nella sua vita, è molto importante che la comunicazione avvenga in modo diretto, con frasi semplici come ad esempio "mamma e papà vivranno in due case diverse", in modo tale che, senza approfondire l'argomento nello specifico, i bambini abbiano un'informazione concreta a cui attaccarsi. I bambini così piccoli hanno bisogno di essere contenuti, di essere tranquillizzati e non di approfondimenti eccessivi. A questi bimbi bisogna assicurare un domicilio che sia stabile e poi contatti continui con l'altro genitore che va via di casa, perché si possa sviluppare anche con l'altro genitore una sana relazione di attaccamento.

Con bambini un po' più grandi, di età prescolare, bisogna dare una spiegazione molto concreta sui motivi della separazione e dare loro anche informazioni molto chiare e nette, che possano spiegare le reali conseguenze di questa decisione sulla loro quotidianità. Inoltre è molto importante rassicurarli, in merito al fatto che non è colpa loro, perché trovandosi nella fase del pensiero egocentrico, potrebbero immaginare di avere una qualche corresponsabilità all'evento della separazione, poiché di solito a questa età si attribuiscono la colpa rispetto a quello che accade.

I bambini in età scolare, precisamente dai 6 agli 8 anni, conoscono già il significato della parola separazione, con loro è molto importante accertarsi che capiscano i veri motivi che hanno condotto i genitori alla separazione ed evitare che ci siano fantasie catastrofiche basate sul sentito dire di compagni di classe o di amici che hanno già sperimentato la stessa situazione. Si può interloquire diversamente con bambini di quell'età basandosi su un tipo di pensiero un po' diverso, dando spiegazioni semplici sulle ricadute pratiche della separazione come per i bambini più piccoli, perché questo li rassicura e dà loro una chiara possibilità di immaginare un futuro prossimo.

È molto importante essere onesti rispetto alle emozioni che si provano, perché consente ai bambini di autorizzarsi a dire ciò che loro sentono e sperimentano. Naturalmente il genitore ha sempre un ruolo educativo e non deve mai sfogarsi con il proprio figlio, ma dovrebbe fare un percorso a monte per elaborare le emozioni e restituirle in forma digeribile e utile, mantenendo il ruolo autorevole di educatore e di allenatore emotivo, un ruolo importante che il bambino porterà come esempio per tutta la sua esistenza.

Per i bambini grandi che tendono a sviluppare un senso morale, ad avere una loro opinione e a schierarsi con uno dei due genitori, è importante che gli ex partner non si nascondano dietro a false spiegazioni, perché questi ragazzi hanno già la percezione di quello che può essere accaduto e hanno bisogno di chiarezza sulle cause della separazione, ridefinita in forma educativa ma dichiarata sempre nel massimo dell'onestà e dell'autenticità.

Nel primo periodo della separazione le reazioni emotive possono essere le più disparate anche in base all'età del bambino: alcuni possono chiudersi nel silenzio ed isolarsi o, al contrario, possono manifestare comportamenti aggressivi. In entrambi i casi la situazione tenderà a normalizzarsi quando i bambini verranno aiutati ad accettare i cambiamenti e quando diminuirà la conflittualità tra i coniugi.
Spesso i figli cercano di opporsi alla notizia della separazione, possono farlo attraverso manifestazioni di rabbia come minacciare i genitori, picchiarli, lanciare oggetti, etc., oppure con pianti. È importante che i genitori cerchino di consolare il figlio senza illuderlo che possa realmente cambiare le cose. Questa responsabilità, infatti, non lo riguarda e ciò deve essere chiaro per evitare che sviluppi un senso di colpa per non aver fatto abbastanza per tenere insieme i genitori.

Appena possibile è necessario informare la scuola e gli insegnanti dei cambiamenti che stanno avvenendo in famiglia. Nella primissima fase della separazione è frequente che i bambini manifestino, in famiglia come a scuola, difficoltà comportamentali con conseguenze negative sull'andamento scolastico.
In genere, una volta stabilizzata la nuova situazione - ma soprattutto quando si attenua la conflittualità tra gli ex partner - anche le difficoltà scolastiche diminuiscono. Rimane comunque importante mantenere un dialogo aperto con la scuola e tenere in considerazione le valutazioni ed i riscontri degli insegnanti sul bambino, soprattutto nel caso in cui il disagio manifestato non rientri.

Molti si domandano quali potranno essere gli effetti della separazione sui figli. Per rispondere a questa domanda prima di tutto è necessario ricordare che la separazione della coppia genitoriale è sempre causa di sofferenza e disagio. È necessario tener presente, però, che se esiste un certo livello di conflittualità familiare, sia che i genitori decidano di restare insieme oppure no. Esso rappresenta comunque un elemento fortemente nocivo per l'equilibrio psicofisico dei bambini.

Quando l'unico modo per mettere fine ad una situazione conflittuale, fonte di sofferenza e di disagio per tutta la famiglia, è rappresentata dalla separazione, il clima emotivo tra i genitori e alcune caratteristiche peculiari dei figli - quali l'età e lo sviluppo psicologico raggiunto - incidono molto sugli effetti che la "rottura famigliare" può avere sulla crescita dei bambini. Infatti, il modo con il quale essi si abituano alla nuova situazione famigliare dipende soprattutto da come gli adulti stessi riescono a gestire la separazione, dal loro grado di maturazione e dalla loro capacità e volontà di collaborare tra loro per il benessere dei figli. Bisogna ricordare che le possibili conseguenze negative della separazione coniugale vengono attenuate se i bambini riescono a mantenere un sano e continuativo rapporto affettivo, di sicurezza e protezione con entrambi i genitori; in questo caso molto spesso nei bambini emergono anche risorse inaspettate.

Ricerche dimostrano che i figli di genitori divorziati tendono maggiormente a percepirsi "protagonisti" e artefici del loro destino, sentendo di intervenire in modo incisivo nella loro vita. Generalmente, a circa due anni dalla separazione, se non sono intervenuti altri eventi o episodi negativi, la maggior parte dei figli anche se piccoli è riuscito ad adattarsi alla nuova situazione familiare e ha ritrovato il proprio equilibrio interiore.

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