Articolo pubblicato il 8 Marzo 2016.
L'articolo "La nascita: un nuovo arrivo" tratta di: Depressione post partum e Diventare Mamma.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Lina Robertiello.
Nel corso della mia esperienza professionale mi sono occupata di corsi di preparazione al parto. Questo articolo vuole essere uno spazio di riflessione per tutte quelle coppie che si avviano a vivere l'esperienza più incredibile della loro vita: la nascita di un figlio.
Il parto e la nascita di un figlio sono il cambiamento più significativo nella vita di una coppia, un evento unico e straordinario, ricco di intense emozioni. Diventare genitore richiede un impegno che all'inizio può generare non poche preoccupazioni, timori, ansie, panico sul non essere in grado o meno di assolvere a questo impegno.
Se si dovesse creare questa situazione di panico iniziale, non bisogna dimenticare che in questo nuovo viaggio non siete da soli ma insieme al vostro bambino. Sarebbe inutile pretendere da voi stessi di essere subito in grado di svolgere il ruolo genitoriale.
A volte capita di non esserlo ed è una cosa normale. È una esperienza del tutto nuova da scoprire e imparare insieme al vostro bambino.
Se si dovessero generare delle situazioni di dubbio o di incertezza potete rivolgervi a qualcuno che ha più esperienza di voi.
Alle volte capita che la neo mamma richieda aiuto, nel primo periodo dopo il parto, alla propria madre, altre affrontano la situazione da sole per dimostrarsi che sono il grado di farcela fin dal primo momento.
Non esistono regole assolute. Ogni genitore seguirà il suo istinto, il buon senso e la propria personalità. Quello che è importante è che ognuno metta le proprie capacità al servizio della famiglia che si è venuta a creare.
Anche il bambino farà la sua parte. Mentre sarete impegnati a comprendere le sue esigenze, il bambino sarà concentrato ad apprendere e capire le vostre richieste. Insieme al vostro bambino intraprenderete un viaggio, dove il neonato che ora non sa nulla di sé, di voi, del mondo e deve imparare molte cose, crescerà e diventerà un bambino. Voi al suo fianco imparerete, ogni giorno, a essere i suoi genitori.
La nascita di un figlio modifica, sicuramente, le priorità, l'organizzazione del tempo libero, i progetti per il futuro e potrebbe avere un impatto sulla vita coniugale.
È normale provare una sensazione di precarietà ed è fondamentale non mettere mai in secondo piano la vita coniugale. È importante parlare, confrontarsi sulle proprie sensazioni di felicità o di eventuali inadeguatezze. Ritagliatevi ogni momento libero dalle esigenze del bambino e della vita quotidiana, una intimità dalla quale nasce la prima sensazione di benessere del bambino. Questo sconvolgimento dei primi mesi passerà.
I papà dovrebbero essere coinvolti, fin dall'inizio, nelle cure e nella crescita del bambino, è un compito da svolgere insieme.
Spesso la nascita di un secondo figlio modifica i sentimenti dei genitori verso il primogenito. È una cosa normale e genera sentimenti di gelosia nel primo figlio. Indipendentemente dall'età, avrà bisogno di tempo per abituarsi a questa nuova situazione.
Quello che potrebbe essere utile è coinvolgerlo nella cura del neonato. Chiamatelo quando allattate, raccontategli che lo facevate anche con lui, di quando era piccolo e quello che faceva. È importante che la mamma riesca a ritagliarsi del tempo esclusivo per ogni bambino. A tal scopo, la neo mamma può chiedere aiuto al papà, ai nonni o agli amici.
Se il primo figlio è ancora piccolo si potrebbero verificare momenti regressivi come chiedere il biberon, bagnare le mutandine, stare in braccio. In tal caso, bisogna mantenere la calma e evitare di dare troppa importanza alle sue richieste. Continuate a coinvolgerlo nelle attenzioni del più piccolo, incoraggiandolo nel suo ruolo di protezione verso il fratello più piccolo.
Dopo il parto la donna vive una fase di depressione. Questo periodo temporaneo di tristezza fisiologica è normale. Inizia sette, dieci giorni dopo il parto è può durare al massimo una o due settimane. Coinvolge quasi tutte le mamme. Per superare questo momento di tristezza non servono farmaci ma supporto e presenza (Padre).
Se questo periodo di malinconia non dovesse passare ma provocare ansia, insonnia, mancanza di concentrazione, pianto, apatia, perdita di interesse per il bambino, è bene consultare uno specialista che vi possa aiutare nell'affrontare questa situazione.