Articolo pubblicato il 3 Marzo 2016.
L'articolo "Dimensioni psicologiche nella disfunzione erettile" tratta di: Disturbi Sessuali.
Articolo scritto dal Dott. Luciano Marchet.
Matteo: io tifo per il mio pene, spero che ce la faccia, che non mi deluda. Quando avverto che ho l'opportunità di avere un rapporto sessuale e sento che ho un inizio di erezione, lo incito, lo incoraggio, lo prego, dai che tiene, dai che tiene...
No, non tiene, non tiene. Lui demoralizzato, io demoralizzato, lui sconsolato, io che lo consolo. E la chiamano difficoltà di tenuta erettiva... A me sembra che se la faccia addosso.
Osvaldo: ripensando a quello che ho fatto passare al mio pene, spronandolo sempre a dare il massimo, trattandolo da attrezzo ginnico, dicendogli che era il mio campione e lui poveretto cercava di assecondarmi, di non deludermi, invece di mandarmi a quel paese, sto male per lui. Poi non ce l'ha più fatta o si è ribellato.
Ho sempre sentito il peso del dover essere il più bravo, un campione appunto, nella dimensione scolastica, lavorativa, sportiva e naturalmente sessuale. Il number one.
Ora che me ne sono liberato ed ho liberato anche il mio pene, sembra alleggerito, rinato, un compagno di giochi, non più uno che deve dimostrare sempre di essere all'altezza e lo sono anch'io.
Angelo: ho sempre rimproverato il mio pene di essere piccolo come dimensioni. Immaginavo i sorrisini degli altri ragazzi, se mi fossi trovato in situazioni di pene visibile. Il commento verbale o espresso dal volto della donna: tutto qua, in una situazione di intimità.
Pensavo che l'apprezzamento, la stima, la soddisfazione della donna dipendesse esclusivamente dai cm del pene. Lo misuravo accuratamente per vedere se cresceva, se si faceva più grosso, robusto e lungo.
Non si smuoveva, non ne voleva sapere, testardo, fermo nelle sue misure e disillusione dopo disillusione mi ero rassegnato all'inevitabile destino: non riuscirò mai a dare soddisfazione ad una donna, sei fuori gioco e fuori dai giochi.
Lorenzo descriveva un auto mantenimento o un'auto alimentazione del suo problema di mancanza di erezione come un pensiero-profezia-autoavverante, che si insinuava come dubbio, sfiducia, poi certezza di un risultato negativo e infausto.
Lorenzo: quando si avvicina la possibilità di un incontro sessuale, lo avverto subito come un rischio, mi mette ansia, angoscia, perché il mio pensiero corre ai fallimenti passati, ai film già visti con un finale infelice, allo sguardo interrogativo della donna, alle mie scuse, allo scoramento e all'abbattimento del mio umore e della mia stima. Tutto questo diventa futuro, mi aspetto che andrà così, come le altre volte, un dubbio che diventa certezza, un'arte divinatoria.
Dal passato al futuro, escludendo il presente o meglio il passato che diventa presente, e il futuro è già lì che mi tormenta, che mi lavora ai fianchi, per poi darmi il pugno finale e stendermi al tappeto con l'arbitro che scandisce 1,2, 3... knock-out, fine dell'incontro, sei perdente, sarai sempre un perdente.
Il desiderio programmato che entra in gioco nella cura farmacologica della disfunzione erettile crea imbarazzo per la perdita di spontaneità lamentata da molti pazienti, che la vivono come "rimpianto della libertà di desiderare".
Elvio: è come se uno decidesse per il fine settimana che vuole fare una sorpresa alla sua compagna, un bel picnic all'aria aperta in montagna. Fa il pieno all'auto, mette nel bagagliaio una coperta, prepara le vivande, una buona bottiglia di vino. Gli sembra tutto perfetto.
Arriva il fine settimana, comunica alla partner che gli ha fatto una sorpresa un picnic all'aria aperta in montagna. Lei lo guarda rabbuiata e gli dice che le piacerebbe andare al mare, si era comperata un nuovo costume. Lui incassa e dice che va bene, tanto non aveva preparato un granché, si va al mare e di nascosto va a portare via dall'auto le vivande, il vino, la coperta.
Sembrava tutto così perfetto.
Quello sopra non si accorge mai di me. Ha sempre in mente il lavoro. Cosa ho fatto di male per essere trattato così. Sono diventato inaffidabile. Non so cosa mi succede, mi sento forte, pronto, spacco tutto e poi mi blocco, ho paura di quella là e mi rintano dentro.
Maestrine. Chi credete di essere. Quella mi guarda dall'alto in basso. Quando starò meglio ve la farò vedere io. Pancia in dentro e pene in fuori. Pancia in dentro e pene in fuori. Stai su con la schiena.
Non mi porta mai al parco giochi. Certo che gli do delle belle fregature. Non mi faccio trovare. Torno subito. Chiuso per malattia. Desaparecido. Sempre eretto e pronto.
Dio creò il pene double face. Da un lato capacità riproduttiva ovvero: si fa un bambino, caro mio devi essere sempre eretto e pronto, dall'altro lato capacità di dare piacere ovvero: mi aspetto che tu mi faccia provare piacere.
Mentre quella là non ha obbligatorietà erettiva ed è potenzialmente pluriorgasmica... mi sembra un po' una fregatura.
(Parola di pene)
Ancora tu. Il pavido, il pauroso. Fammi vedere che sei degno di me. Posso fare anche a meno di te. Povero piccolo. Illusione. Ti aiuto io. Non mi aiuti. Sei morto? Ci sei in casa? Non voglio giocare a nascondino. Mi aspetto molto da te. Non mi deludere.
Mi hai delusa. Sei un piagnone. Dai vieni fuori, non ti mangio mica... o forse si. Qualcuno ha visto uno che diceva di chiamarsi pene? Tutti mi cercano, mi adorano, sono ambita, sono bella, desiderabile, forte, sono nel club dei vincenti.
Specchio delle mie brame chi è la più bella del reame? Sei tu vagina, naturalmente, mica quello sfigato del pene.
Dio creò la vagina e un giocattolo di nome pene, però gli riuscì bene la vagina ma il pene ha spesso problemi di malfunzionamento, di revisione o di pile scariche.
(Parola di vagina)