Articolo pubblicato il 30 Ottobre 2015.
L'articolo "Autoriduzione dello Stress con il Training Autogeno" tratta di: Stress e Training Autogeno.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Maria Teresa Maiocchi.
Sono moltissime le situazioni stressanti che si possono incontrare nel corso della vita, sia all'interno delle dinamiche familiari che nell'attività lavorativa, ma anche con le malattie oppure con ripetuti eventi che, nell'insieme, rappresentano una minaccia per la nostra capacità di mantenere la padronanza di sé, facendoci sentire spesso incapaci di mantenere il controllo, sopraffatti dall'ansia e dalla paura.
Tutti abbiamo delle capacità di rilassamento, di recupero dalle tensioni, ma lo stile di vita odierno - orientato all'efficientismo e alla competizione - tende a produrre una continua distrazione da sé, stimolando il più delle volte risposte automatiche spesso disfunzionali o sollecitando l'utilizzo di strategie rapide e impersonali come i farmaci.
Il percorso di autoriduzione dello stress è una pratica che consente di migliorare lo stato di benessere e di salute psicofisica.
Il programma di Training Autogeno (TA) consente di raggiungere, dopo alcuni mesi di pratica, una nuova capacità di rapportarsi al proprio corpo, ma anche ai propri pensieri ed emozioni.
Migliora la lucidità di pensiero e quindi la fiducia nella propria capacità di affrontare le situazioni difficili e produce cambiamenti che possono migliorare la qualità della vita.
Il training richiede una pratica regolare, disciplinata, orientata all'ascolto di sé attraverso il proprio corpo e alla consapevolezza sempre più piena della propria esperienza.
La pratica, con il passare del tempo, consente di entrare in uno stato di rilassamento sempre più profondo, migliorando la calma e la chiarezza mentale.
Si tratta di uno strumento che consente di uscire dalla dimensione totalmente orientata al fare per entrare in quella di contatto con l'essere, autorizzandosi a rallentare il ritmo di vita, accettando di riposare nel presente, accettando senza giudicare l'esperienza del momento presente così com'è, raccogliendo le sensazioni fisiche per come sono.
Proviamo a interrogarci su quanto siamo in contatto col nostro corpo nell'arco della giornata. Ci accorgiamo di essere corpo solo nel momento in cui questo ci lancia dei messaggi sotto forma di sintomi, e proviamo a pensare a quale sia la nostra reazione di fronte ai sintomi fisici.
Il più delle volte vengono silenziati con i farmaci, dimenticando che quel sintomo può invece essere ascoltato come un segno che chiede di essere raccolto e capito e può dare indicazione di quale sia la nostra attuale condizione interiore.
Ecco allora che, se abbiamo imparato ad avere dimestichezza con l'ascolto del nostro corpo, del respiro, del battito cardiaco, se ci siamo assunti la responsabilità di conoscere e ascoltare il nostro corpo, abbiamo coltivato ed esteso le sue potenziali risorse. Paradossalmente è bene, durante il percorso, non aspettarsi alcun risultato, per non immettersi in un atteggiamento di tensione verso l'acquisizione di un risultato.
Entrare nella dimensione dell'ascolto delle sensazioni personali richiede un distacco dalla prestazione, accettando il semplice contatto con l'esperienza personale. La nostra mente è abituata a dirigere e controllare, pertanto occorre darsi il tempo per apprendere un modo nuovo di attenzione, che implica apertura e ricettività, senza alcun giudizio.
Il percorso si sviluppa in diverse settimane in modo da consentire di mettersi in ascolto della pesantezza del corpo e del suo calore, come primi segnali di rilassamento, per arrivare all'ascolto accettante del proprio battito cardiaco e del proprio respiro, dell'area gastrointestinale - distretti organici che, spesso, sono massicciamente coinvolti nelle sintomatologie che accompagnano la condizione di stress - per arrivare infine a un benefico svuotamento della mente da pensieri ingombranti.
È un percorso che tutti dovrebbero percorrere per i benefici evidenti nella qualità della vita, anche se rappresenta uno strumento elettivo nei disturbi d'ansia e psicosomatici.