Articolo pubblicato il 18 Maggio 2015.
L'articolo ""Mamma facciamo la nanna?"" tratta di: Disturbi del Sonno, Disturbi dell'Infanzia e Educazione dei Figli.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Lina Robertiello.
Questo articolo è dedicato a tutti i genitori che ho incontrato nella mia attività professionale. Vuole essere una guida di aiuto al gestire il momento dell'andare a letto del proprio bambino.
Il sonno nella prima infanzia rappresenta un momento eccezionale dell'accudimento e della cura dei bambini, e riveste una grande importanza per i genitori sia come fonte di soddisfazione e di rassicurazione sia come fonte di intensa preoccupazione, qualora emerga un qualunque problema in tale ambito.
Nei primi tre anni di vita le regolazioni del sonno e di veglia dipendono dai genitori, in quanto le transizioni tra il sonno e la veglia dei bambini piccoli si connettono sia a meccanismi fisiologici (fame, sete, temperatura, dolore, ciclo buio-luce, rumorosità) sia processi emotivi, affettivi e sociali: separazione dai genitori, riunione, conforto, rassicurazione, periodi diurni regolarmente programmati di interazione sociale.
I ritmi biologici fra i cicli di fame-sazietà e sonno-veglia vengono regolati in maniera diadica (a due) attraverso il ruolo decisivo della madre. Nei primi mesi di vita il genitore che - in risposta ai bisogni fisiologici e ai desideri del neonato - lo alimenta, spegne la luce e attenua i rumori dell'ambiente prima di metterlo a dormire, aiuta il bambino a sviluppare meccanismi autoregolativi in risposta ai suoi segnali interni biologici.
Questo per i genitori è un compito molto difficile, in quanto la regolazione dei cicli sonno- veglia e la loro organizzazione temporale include sin dalla nascita dimensioni del temperamento infantile - quali capacità di calmarsi da solo, ritmicità, irritabilità - e i bambini rispondono in modo diverso agli stimoli interni e ambientali.
Negli ultimi mesi del primo anno di vita il genitore diventa una "base sicura", l'andare a dormire attiva il sistema diadico di attaccamento e i risvegli notturni costituiscono una possibilità di attaccamento, conforto, rassicurazione. Inoltre molti bambini che alla fine del primo anno di vita hanno conquistato autonomia - sia cognitiva che motoria - possono trovare più interessante esplorare e scoprire l'ambiente circostante.
Sono due: quello di andare a letto e quello di addormentarsi.
Il Bambino dovrebbe essere messo nella culla da solo, dandogli la possibilità di addormentarsi da solo. Il momento dell'andare a letto genera ansia sia nel bambino che nel genitore.
Nei bambini più grandi l'ansia che si genera nell'andare a letto si manifesta con paure specifiche quali: la paura del buio e di stare da soli.
In questi casi è utile lasciare una lampada accesa durante la notte.
Si consiglia di non cullare il bambino fino a farlo addormentare tra le braccia del genitore, o lasciare che si addormenti in un luogo diverso dal proprio letto, sul divano o sul letto dei genitori; queste rappresentano modalità che - se abituali - non permettono al bambino di sviluppare una propria autonomia.
Modalità regolari e prevedibili - quali il bagnetto prima di andare a letto, il racconto di una fiaba, il bacio della buona notte all'orsacchiotto - invece aiutano il bambino ad associare il passaggio dalla veglia al sonno a pratiche ricorrenti.
La mancanza di queste pratiche o l'utilizzo del letto del bambino come luogo di punizione o un orario inadeguato per il sonno - ad esempio mettere a letto presto il bambino quando non è stanco - possono rendere difficile l'addormentamento e creare problemi del sonno.
Dalle ricerche condotte in questo campo emerge che quando un bambino dorme nel letto dei genitori l'incidenza di Disturbi del Sonno aumenta sensibilmente.
Quali sono i comportamenti auto-consolatori più frequenti nel bambino in seguito a un risveglio notturno?
Il succhiarsi il pollice, la ricerca e l'uso o del biberon oppure di giocattoli nella culla, o l'accarezzare un bordo del cuscino o della copertina.
È importante che si riaddormenti da solo.
Nel caso che il genitore non riuscisse, dopo questi suggerimenti, a gestire il momento dell'andare a letto del proprio bambino, può richiedere l'aiuto di un professionista.
Mi auguro che chi leggerà questo mio scritto possa trovare uno stimolo alla riflessione su una tematica che i genitori si trovano a dover affrontare quotidianamente.