Articolo pubblicato il 29 Luglio 2014.
L'articolo "Il Training Autogeno di base" tratta di: Tecniche di Rilassamento, Disturbi Psicologici, Tipi di terapia, Psicosomatica e Training Autogeno.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Carmela Messa.
Il Training Autogeno (TA) è una tecnica di rilassamento elaborata dal medico tedesco J.H. Schultz nella prima metà del secolo scorso.
Training significa "allenamento", ossia apprendere in modo graduale alcuni esercizi, eseguiti e concatenati, in modo tale da condurre a modifiche spontanee a livello muscolare, vascolare, cardiaco, polmonare, neurovegetativo e di coscienza.
Autogeno "che si genera da sé", cioè non è guidato attivamente dalla persona (come accade nell'autoipnosi) né da un terapeuta (come nell'eteroipnosi).
I cambiamenti psicofisiologici che derivano dalla pratica del TA non vengono attivamente prodotti dalla persona, ma si verificano spontaneamente. Questo è possibile perché gli esercizi sono eseguiti in uno stato di concentrazione psichica passiva, che è l'atteggiamento mentale indispensabile per la buona pratica del TA.
La pratica del TA consiste nella realizzazione di uno stato di passività, nel quale l'attività della mente diventa indipendente rispetto alla volontà personale: si sospende lo sforzo, si eliminano l'attenzione e la volontà e si assiste a ciò che accade (e si lascia accadere) dentro di sé.
È «un giusto atteggiamento di non volere e non voler pensare», scriveva Schultz. Si tratta di un atteggiamento facile da acquisire, se adeguatamente orientati (De Rivera Y Revuelta).
È importante sottolineare che il Training Autogeno è un metodo che ciascuno può imparare a utilizzare in autonomia, ma solo l'addestramento opportuno, eseguito sotto la guida e la supervisione di operatori adeguatamente formati: Psicologi, Psicoterapeuti, Medici con specifica formazione.
Nel Training Autogeno si distingue tra esercizi "di base" o "somatici" (sei esercizi), che agiscono prevalentemente regolarizzando il funzionamento psicofisico della persona, attenuando i sintomi eventualmente presenti, ed esercizi "superiori", con cui si lavora per far emergere le cause sottostanti alla sintomatologia manifesta.
In questo lavoro cercherò di riassumere brevemente gli aspetti fondamentali della tecnica del Training Autogeno di base e descriverò: i benefici che si possono trarre dalla pratica regolare di questa tecnica di rilassamento, le indicazioni e le controindicazioni al suo utilizzo.
L'ambiente deve essere tranquillo, l'illuminazione attenuata, la temperatura media. Innanzitutto è importante ridurre gli stimoli esterni che potrebbero interferire negativamente con il raggiungimento di una buona concentrazione passiva.
L'abbigliamento non va trascurato: deve essere comodo.
È utile togliere o allentare gli indumenti troppo stretti ed evitare indumenti troppo pesanti, per impedire l'accumulo di calore.
La postura. Si assume una postura che riduca le tensioni muscolari al minimo (Schultz ne ha individuate e descritte tre: supina, in poltrona, o quella che ha soprannominato del cocchiere a cassetta, per l'assunzione della quale basta una sedia).
La respirazione. Si eseguono delle respirazioni di diaframma, lente e profonde, e si chiudono gli occhi per attenuare anche l'influenza degli stimoli visivi (in alternativa, si può fissare un punto fermo della parete davanti a sé).
Adesso «tutto l'atteggiamento psicofisiologico è improntato ad una serenità interiore e ad una distensione totale (o il più totale possibile) della muscolatura» (Peresson).
Si procede con la realizzazione dello Stato di Calma: è una condizione preliminare ai sei esercizi del TA, consiste nel "mettere tra parentesi" pensieri e preoccupazioni della vita quotidiana e rappresentarsi nel miglior modo possibile la formula "io sono perfettamente calmo e disteso", ripetuta per 5/6 volte. Si raggiunge un atteggiamento di passività mentale, si ascoltano passivamente le sensazioni, le percezioni e i pensieri provenienti dall'interno, senza rifletterci su, senza fare collegamenti, senza cercare di inibirli o di spiegarsi perché emergano; questi compaiono e noi li osserviamo e li lasciamo andare.
Esercizi. A questo punto si eseguono i sei esercizi standard del TA, nel loro ordine di progressione: Pesantezza, Calore, Cuore, Respiro, Plesso Solare, Fronte Fresca. Ogni esercizio consiste nella ripetizione di formule, opportunamente costruite, per promuovere un determinato risultato, rispettivamente: rilassamento muscolare, vasodilatazione periferica, regolarizzazione battito cardiaco, regolarizzazione ritmo respiratorio, rilassamento viscerale, rilassamento della testa. L'obiettivo finale della tecnica è di sostenere e rafforzare la naturale tendenza del nostro organismo (sempre inteso come unità mente-corpo) all'autoregolazione.
Al termine dei sei esercizi si effettua la Ripresa: si tratta di una serie di esercizi muscolari che consentono di riacquistare il normale tono muscolare e riprendere le consuete attività.
È importante effettuarla correttamente per evitare che compaiano sensazioni fastidiose (mal di testa, senso di vertigine, indolenzimenti...).
Infine si compila un Protocollo, una sorta di diario dell'allenamento, con data, ora, descrizione delle sensazioni e dei pensieri emersi durante l'allenamento ed eventuali difficoltà, per poter correggere eventuali errori.
L'apprendimento è graduale, cioè gli esercizi si imparano uno alla volta in maniera progressiva, con tempi di circa una/due settimane per esercizio.
È inoltre importante un allenamento costante per acquisire la tecnica e per mantenere i risultati raggiunti, di solito si consiglia di effettuare il training 2-3 volte al giorno (per es. al mattino prima di alzarsi, nel pomeriggio e alla sera prima di coricarsi).
Sono molti i benefici derivanti dalla pratica regolare del TA, anche quando non è presente una sintomatologia conclamata.
Possiamo suddividere le applicazioni del Training Autogeno in cliniche (per una serie di patologie sul piano psichico e/o fisico) e non cliniche (riferite ad una serie di utilizzi in settori specifici che prescindono dalla patologia).
Principali applicazioni cliniche del TA
Applicazioni non cliniche del TA
Il Training Autogeno è una tecnica solo apparentemente semplice.
Nell'applicarla si deve tener presente che esistono delle controindicazioni al suo utilizzo in generale o delle situazioni particolari in cui è meglio posticipare o evitare certi esercizi.
In generale è meglio non utilizzare il TA con pazienti che non appaiono adeguatamente motivati o che, per vari motivi, non possono assicurare una regolarità nell'allenamento; con persone che hanno patologie fisiche quali: problemi cardiaci con rischio imminente di infarto del miocardio, glaucoma, diabete non controllato, ipoglicemia; ancora, non è utile con persone con grave ritardo mentale, con determinate diagnosi psichiatriche o che manifestano reazioni psichiatriche transitorie.
Ogni caso va comunque valutato di volta in volta, attraverso il colloquio e un'accurata anamnesi preliminare. Da ciò appare evidente l'importanza che l'incontro con il TA, sia nelle applicazioni cliniche che in quelle cosiddette non cliniche, avvenga attraverso la mediazione di un operatore adeguatamente preparato che, alla padronanza del metodo, deve aggiungere adeguate conoscenze di Psicologia e Psicopatologia, e deve essere in grado di valutare di volta in volta se è opportuno o meno utilizzare il TA, con quali finalità e in che modo.
Come ricorda Peresson citando Berge, «ogni metodo esige un atteggiamento particolare da parte di chi se ne serve» (1974), e anche il Training Autogeno non sfugge a questa regola.