Articolo pubblicato il 25 Novembre 2013.
L'articolo "Autostima" tratta di: Crescita personale e Autostima.
L'autostima è l'ingrediente fondamentale delle nostre vite, la base sulla quale si poggia la nostra esistenza. Non vuol dire essere sempre perfetti e performanti. Significa essere "al centro" delle nostre vite, conoscersi e ri-conoscersi, amarsi, volersi bene nelle proprie qualità e nelle proprie fragilità. Questo è stato il mio percorso e sono felice, oggi, di poter accompagnare in questa ricerca anche le persone che lavorano con me, con i tempi, i modi e le strade che loro sceglieranno di percorrere, per recuperare la propria meravigliosa immagine di sé.
Autostima è una parola molto antica e significativa, deriva dal greco ed è composta da due aspetti: autòs (se stesso) e tumè (sentire, provare). Come primo elemento è presente: "autos", se stesso.
La persona viene per prima, prima di tutto. Ma nella nostra vita è davvero così? Siamo al centro della nostra vita? Il nostro benessere "profondo" viene prima di tutto? Queste sono domande importanti che possiamo porci.
Spesso non è così. Lo vedo nelle persone che incontro, l'ho vissuto io stessa nella mia storia, durante il mio percorso.
Se il focus è tutto sul lavoro, sul fare, sugli altri, sul loro giudizio perdiamo di vista il nostro bene più prezioso: noi stessi.
Perché questo accade? È da sempre così? Se guardiamo un bambino, lo osserviamo con attenzione, notiamo che è concentrato costantemente su di sé, pur essendo in contatto con la scoperta del mondo e dell'altro. Guarda con curiosità ciò che gli interessa, vive emozioni intense, cerca giochi che gli piacciono e lo gratificano, dà affetto quando gli va di farlo e ricerca coccole e abbracci quando ne sente il bisogno. Vuole mangiare quando ha fame, condivide generosamente e spontaneamente quello che ha quando "è pieno", "tiene per sé" quando ne ha bisogno, si gode la pace della sazietà, dorme quando ha sonno... Ogni bambino è così, ciascuno di noi un tempo è stato così ed è nato con questa grande possibilità di essere al centro della propria vita. Poi cosa succede?
Alcuni di noi si adattano a dei "messaggi" genitoriali e sociali che portano a rinunciare a questa sana centralità.
«Fai il bambino educato, lascia passare prima gli altri».
Dentro un po' di educazione, fuori un po' di spontaneità.
«Chi si loda s'imbroda». Fuori la soddisfazione per i nostri passi e successi, dentro un'umiltà che sa di umiliazione di sé.
«Porgi l'altra guancia». Fuori la capacità di proteggerci, dentro un senso profondo di inadeguatezza. E così, questa naturale capacità di "essere al centro", responsabili delle nostre vite, lentamente viene meno.
Senza una solida immagine "interna" di noi, l'immagine che abbiamo di noi stessi dipende da ciò che ci rimandano gli altri: «Se lavoro bene sono bravo». Ma cosa succede il giorno in cui siamo stanchi, ammalati e le nostre performance non sono al massimo?
La seconda parte della parola autostima è il verbo "tumè", sentire, provare. Una capacità fondamentale per la nostra vita.
Le nostre emozioni (rabbia, tristezza, gioia, paura) e tutte le sfumature che da esse derivano sono la bussola che ci consente di muoverci agevolmente nel mondo. Talvolta, per sopravvivere in realtà dolorose e difficili, ci proteggiamo "spegnendo" questo importantissimo canale.
Sarebbe troppo doloroso "tenerlo acceso".
Senza queste informazioni andiamo nel mondo guidati dal pensiero, dal caso... In queste condizioni spesso ci ri-troviamo dispersi in realtà che non ci corrispondono né ci appartengono.
Imparare a "sentire" di nuovo e ripristinare tale canale è una tappa fondamentale per riprenderci la nostra autostima. In terapia e nei percorsi di crescita personale, accompagno le persone che me lo chiedono e lo desiderano, a riprendersi la loro "centralità", riattivando l'amore per sé e di sé, perché ri-comincino di nuovo a guardarsi con occhi amorevoli.
Perché possano riprendersi la fierezza e la gioia per le capacità che li caratterizzano e li rendono unici.
Tutto ciò è associato al recupero della propria capacità di sentire: imparare di nuovo a comprendere cosa ci piace, cosa non ci piace, cosa è buono per noi e cosa non lo è, diventa un passaggio fondamentale per ri-costruire un'immagine solida, coerente, varia, colorata, integrata ed armoniosa di noi stessi. A questo punto sarà possibile per la persona affermarsi, riconoscere ed accettare le immagini provenienti dal mondo che le corrispondono e "restituire" al mittente le immagini manipolate e manipolatorie.
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