La Psicologia dello sport è una disciplina che fonde le conoscenze della Psicologia, dell'Educazione fisica, della Medicina, della Pedagogia ecc. per applicarle allo sport.
Essa si basa sul presupposto che le caratteristiche psicologiche di una persona, il suo stato d'animo e la sua attività mentale, influenzano il rendimento delle prestazioni fisiche e agonistiche. Accanto alla preparazione atletica propone quindi una preparazione mentale.
Di cosa si occupa la Psicologia dello sport: nello specifico, la Psicologia dello sport studia i processi mentali e psicologici alla base del rendimento fisico, per mettere a punto tecniche e strumenti per migliorare e incrementare le performance dello sportivo, concentrandosi anche sugli aspetti relazionali e di squadra.
Naturalmente si occupa anche di: diagnosi, gestione e trattamento di eventuali problematiche, uso di sostanze (ad esempio doping), disturbi d'ansia o fobie (es. nikefobia o paura di vincere, sindrome del campione o paura di perdere), e di supporto psicologico in caso di infortunio, durante la riabilitazione o alla fine della carriera sportiva.
Lo Psicologo dello sport – nel lavoro con gli sportivi – cerca di favorire la consapevolezza di se stessi, dei propri limiti, dei propri obiettivi e la conoscenza del proprio corpo: saperlo ascoltare, averne controllo, migliorare la sicurezza fisica e psicologica.
La preparazione mentale è tesa a migliorare le capacità di attenzione e concentrazione, la gestione delle emozioni e dello stress (ansia da prestazione, tensioni ecc.), a rafforzare l’autostima, la motivazione all’attività sportiva e agonistica, l’auto-efficacia ecc.
Gli interventi possono essere individuali e di gruppo, rivolti allo sportivo ma anche agli allenatori (ad esempio per lo sviluppo della leadership) e ad altri membri del gruppo o della società sportiva.
Nella preparazione mentale si fa "allenamento" su determinati aspetti, che elenchiamo qui sotto.
Pensiero positivo: atteggiamento interiore equilibrato e positivo.
Credere in se stessi, avere fiducia nelle proprie capacità, essere consapevoli che tutto è migliorabile, aiuta l'atleta a fornire sempre prestazioni migliori.
Un atleta di salto in alto, convinto che gara dopo gara riuscirà a perfezionare i suoi risultati, non si scoraggia di fronte all'asticella che deve oltrepassare: ha tutta la grinta necessaria per vincere la sfida con se stesso e saltare più in alto.
Goal setting: definizione degli obiettivi, sia personali che di squadra.
Si stabilisce un programma di obiettivi che si vogliono raggiungere nel medio lungo e periodo. Questo serve perché avere bene in testa gli obiettivi aiuta a dirigere le energie in modo più efficace, a regolare gli sforzi fisici di conseguenza. Aiuta inoltre ad avere costanza negli allenamenti e in gara, e a saper valutare i risultati.
Darsi obiettivi alti e ambiziosi aiuta a riconoscere in cosa è possibile migliorare e permette un incremento costante delle proprie performance anche nel lungo periodo.
Self talk: favorire il "dialogo con se stessi", fondamentale affinché l'atleta attraverso pensieri fatti di parole, frasi, immagini positive possa percepire la propria efficacia in una particolare situazione sportiva.
Ad esempio se durante la corsa veloce lo sportivo pensa: "non sto andando piano" o "non sono stanco!", in realtà la percezione che avrà è che sta andando piano e che è stanco, in quanto psicologicamente le affermazioni che cominciano con la negazione hanno lo stesso effetto dell'affermazione. Dovrà invece dirsi frasi come: "sto andando veloce", "adesso vado più veloce", "vado veloce!".
Visualizzazione: allenamento per ricreare mentalmente le sensazioni di determinate azioni o sequenze per perfezionare la propria tecnica e pianificare una corretta esecuzione motoria. Riuscire a immaginare una partenza perfetta, vuol dire eseguire una partenza perfetta, per questo si dice che "l'atleta che riesce ad immaginare il proprio obiettivo in realtà lo sta già raggiungendo".
Rilassamento: è molto importante per l'atleta saper controllare le tensioni, sia a livello muscolare e fisico che emotivo, prepararsi psicologicamente ad affrontare l'allenamento, uno sforzo o una gara.
Si utilizzano molte tecniche, come ad esempio: Training Autogeno; Rilassamento Progressivo e generale del corpo per imparare a usare solo i muscoli che servono a compiere un'azione e a rilassare tutti gli altri; Yoga; Meditazione; Tecniche di respirazione; Modulazione del ritmo del respiro e utilizzo del diaframma; esercizi di contrazione-decontrazione dei muscoli abbinati alla respirazione.
Concentrazione: per l'atleta è fondamentale sapere focalizzare l'attenzione, indirizzarla verso un obiettivo ben preciso, mantenere e migliorare la sua capacità di concentrazione.
La concentrazione può essere allenata: si affina la capacità di controllare i pensieri - scacciare quelli negativi e concentrarsi sugli obiettivi - e riconoscere i segnali fisici o esterni a cui dare importanza. Per aumentare questa capacità si usano tecniche di rilassamento e il Training Propriocettivo, che consiste nell'ascolto attento del corpo - del respiro, delle sensazioni - e nell'osservazione dei movimenti anche più piccoli. Questo serve a "connettere" mente e corpo, a conoscerlo meglio, quindi riuscire a controllare i movimenti, sentirsi più presenti e sicuri.